La diplomazia regionale per il momento non è riuscita ad ottenere risultati concreti rispetto al conflitto a Gaza. Di conseguenza, l’Egitto si sta concentrando su partnership al di fuori del Medio Oriente, spinto dal pragmatismo di Al-Sisi e dalla situazione economica in netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Il Cairo cerca di sfruttare queste nuove alleanze per accrescere il suo ruolo nei contesti internazionali, consapevole delle sfide e dei vantaggi che ne derivano.
Durante l’incontro dei BRICS a New York, a margine della 79ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Egitto ha rifiutato di firmare il documento congiunto che affrontava temi come il conflitto in Medio Oriente, l’espansione del blocco e i progetti per una valuta comune. Questo vertice, concepito per dimostrare l’unità dei BRICS in vista del summit di Kazan, ha invece evidenziato le divergenze tra i membri, specialmente tra Egitto ed Etiopia. La decisione dei due paesi di non firmare il documento riflette tensioni per la gestione delle acque del Nilo e una certa ostilità nei confronti delle posizioni di Brasile, India e Sudafrica, che puntano a ottenere il supporto dei nuovi membri per le loro aspirazioni rispetto a un ruolo più centrale in seno al Consiglio di Sicurezza. Al contrario, il Cairo ambisce a rappresentare l’Africa in seno all’ONU, e questo dissenso ha portato il ministro degli Esteri brasiliano Vieira, presidente del vertice, a rinviare la riunione.
Mentre la partnership con i BRICS mostra ancora limiti per le aspirazioni del Cairo, quella con gli Emirati Arabi Uniti appare sempre più solida. La recente visita del presidente degli EAU, Mohammed Bin Zayed, al Cairo evidenzia l’apprezzamento egiziano per il sostegno emiratino nella gestione della crisi valutaria che ha colpito il paese. Insieme ad Al-Sisi, il leader emiratino ha partecipato all’inaugurazione del cantiere di Ras El Hekma, dove sorgerà un resort di lusso finanziato da Abu Dhabi grazie a una concessione trentennale dal valore di 35 miliardi di dollari. Dopo l’incontro tra Al-Sisi e Bin Zayed non è stato rilasciato alcun comunicato ufficiale – segno della delicatezza dei temi trattati, tra cui anche la crisi in Sudan, dove l’Egitto sostiene l’esercito di Al-Burhan mentre gli Emirati sono accusati di appoggiare le RSF.
In seguito all’aumento delle tensioni in Medio Oriente e allo scontro tra Tel Aviv e Teheran, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha visitato il Cairo. L’ufficio di Al-Sisi ha comunicato che i due leader hanno discusso della “necessità di fermare l’escalation regionale” e di intensificare gli sforzi per un cessate il fuoco a Gaza e in Libano. Negli ultimi anni, i rapporti tra Egitto e Iran hanno visto una lenta ripresa, ma le speranze iraniane di una distensione con l’Egitto o con il mondo arabo restano insoddisfatte. Al-Sisi continua a guardare con sospetto le manovre iraniane nel Levante, percepite come destabilizzanti quanto l’offensiva israeliana. Inoltre, gli investimenti dei paesi del Golfo nell’economia egiziana pongono chiare priorità per il Cairo nelle sue relazioni diplomatiche, suggerendo che una riconciliazione con l’Iran potrebbe essere sacrificata in favore dei legami con Emirati e Arabia Saudita.
Infine, il mese si conclude con tensioni nelle relazioni tra Egitto e Russia, a causa dei ritardi nella fornitura di grano. Dopo il vertice dei BRICS a Kazan, Al-Sisi ha dovuto registrare un nuovo ritardo nella consegna record di 430.000 tonnellate di grano, concordata la scorsa primavera. Il Ministero dell’Agricoltura russo non ha commentato il ritardo, mentre l’Unione degli agricoltori russi ha attribuito la situazione a inefficienze burocratiche e incomprensioni con i partner. Questo secondo ritardo in un anno riporta alla ribalta la necessità per l’Egitto di diversificare i suoi fornitori di grano. Tra le opzioni considerate, vi sono l’acquisto dal Kazakistan, con garanzia finanziaria emiratina, o il ripristino di parte delle forniture dall’Ucraina, il cui Ministro degli Esteri Sybiha ha visitato l’Egitto proprio in coincidenza con l’annuncio dei nuovi ritardi.
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Capo di stato | Abdel Fattah al-Sisi |
Capo del Governo | Mostafa Madbouly |
Forma Istituzionale | Repubblica semipresidenziale |
Capitale | Il Cairo |
Potere Legislativo | Camera dei Rappresentanti unicamerale (Majlis Al-Nowaab, 596 seggi) Con gli emendamenti costituzionali del 2019 alla Costituzione del 2014, la seconda Camera del Parlamento è sorto nuovamente come “Senato” (180 membri) |
Potere Giudiziario | Corte costituzionale Suprema (costituita dal Presidente del Tribunale e 10 giudici); Corte di Cassazione (oltre 450 giudici organizzati in circuiti, ognuno dei quali è composto da panel di almeno 5 giudici) |
Ambasciatore in Italia | Bassam Essam Rady Abdelhamid Rady |
Area Totale | 1.001.450 km2 |
Terra | 995.450 km2 |
Clima | Desertico; estati calde e secche con inverni moderati. |
Risorse Naturali | Petrolio, gas naturale, minerale di ferro, fosfati, manganese, calcare, gesso, talco, asbesto, piombo, terre rare, zinco |
Sintesi Economica | Il paese è diviso in due dalla fertile Valle del Nilo, dove si svolge la maggior parte dell'attività economica; tuttavia, la disoccupazione e l'elevata inflazione ne limitano la crescita economica. L’attività economica più importante è l’agricoltura, dove è impiegato circa il 23% della forza lavoro. Nonostante gli sforzi per una diversificazione economica, l’Egitto continua a dipendere fortemente dal Canale di Suez per i suoi guadagni dall’estero. |
Pil | € 300.8 miliardi (2023) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $4086 (Dic. 2021) |
Esportazioni | € 32.6 miliardi (2023) |
Export partner | Emirati Arabi Uniti 9.57%, Arabia Saudita 6.21%, Turchia 5.85%, Italia 5.82%, India 4.38% (2020) |
Importazioni | € 63.6 miliardi (2023) |
Import partner | Cina 17.4%, Russia 6.72%, Emirati Arabi Uniti 4.83%, Arabia Saudita 4.7%, Turchia 4.34%, Italia 3.9% (2020) |
Interscambio con l'Italia | € 5.960 miliardi (2023) |
Popolazione | 107.770.524 (2022 est.) |
Tasso di crescita della popolazione | +1,68% (2022 est.) |
Etnie | Egiziani 95%, altri 5% |
Lingue | Arabo (ufficiale), inglese e francese ampiamente compresi dalle classi istruite |
Religione | Musulmani (prevalentemente sunniti) 90%, cristiani (maggioranza copta ortodossa, altri cristiani includono armeni apostolici, cattolici, maroniti, ortodossi e anglicani) 10% (2015) |
Urbanizzazione | 43% (2020) |
Alfabetizzazione | 71.2% |
Indipendente dal 1922, l'Egitto è un paese del Nord Africa che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Confina a nord con la Striscia di Gaza e con Israele, a est con il Mar Rosso, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La popolazione ammonta a 107 milioni di persone e la lingua ufficiale è l'arabo.
L'Egitto ha sempre goduto di una posizione strategica al crocevia tra Europa, Africa e Asia. Il paese si trova tra il Mar Mediterraneo, che fornisce una rotta verso l'Europa e il Nord America, e - grazie al Canale di Suez - il Mar Rosso, che continua fino all'Oceano Indiano. Oggi, questo rende l'Egitto uno degli snodi più importanti del commercio internazionale. Inoltre, la grande disponibilità di risorse naturali, recentemente rafforzata dalla scoperta dei giacimenti di gas offshore di Zohr, rende l'Egitto un paese chiave all'interno delle dinamiche geopolitiche del Vicino Oriente e del Nord Africa.
Nel 2021, l'interscambio commerciale con l'Italia è stato di 6,11 miliardi di dollari. Nel complesso, nello stesso anno l'Italia è stato il primo partner commerciale europeo dell'Egitto.