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Egitto: report di ottobre 2024

La diplomazia regionale per il momento non è riuscita ad ottenere risultati concreti rispetto al conflitto a Gaza. Di conseguenza, l’Egitto si sta concentrando su partnership al di fuori del Medio Oriente, spinto dal pragmatismo di Al-Sisi e dalla situazione economica in netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Il Cairo cerca di sfruttare queste nuove alleanze per accrescere il suo ruolo nei contesti internazionali, consapevole delle sfide e dei vantaggi che ne derivano.

Durante l’incontro dei BRICS a New York, a margine della 79ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Egitto ha rifiutato di firmare il documento congiunto che affrontava temi come il conflitto in Medio Oriente, l’espansione del blocco e i progetti per una valuta comune. Questo vertice, concepito per dimostrare l’unità dei BRICS in vista del summit di Kazan, ha invece evidenziato le divergenze tra i membri, specialmente tra Egitto ed Etiopia. La decisione dei due paesi di non firmare il documento riflette tensioni per la gestione delle acque del Nilo e una certa ostilità nei confronti delle posizioni di Brasile, India e Sudafrica, che puntano a ottenere il supporto dei nuovi membri per le loro aspirazioni rispetto a un ruolo più centrale in seno al Consiglio di Sicurezza. Al contrario, il Cairo ambisce a rappresentare l’Africa in seno all’ONU, e questo dissenso ha portato il ministro degli Esteri brasiliano Vieira, presidente del vertice, a rinviare la riunione.

Mentre la partnership con i BRICS mostra ancora limiti per le aspirazioni del Cairo, quella con gli Emirati Arabi Uniti appare sempre più solida. La recente visita del presidente degli EAU, Mohammed Bin Zayed, al Cairo evidenzia l’apprezzamento egiziano per il sostegno emiratino nella gestione della crisi valutaria che ha colpito il paese. Insieme ad Al-Sisi, il leader emiratino ha partecipato all’inaugurazione del cantiere di Ras El Hekma, dove sorgerà un resort di lusso finanziato da Abu Dhabi grazie a una concessione trentennale dal valore di 35 miliardi di dollari. Dopo l’incontro tra Al-Sisi e Bin Zayed non è stato rilasciato alcun comunicato ufficiale – segno della delicatezza dei temi trattati, tra cui anche la crisi in Sudan, dove l’Egitto sostiene l’esercito di Al-Burhan mentre gli Emirati sono accusati di appoggiare le RSF.

In seguito all’aumento delle tensioni in Medio Oriente e allo scontro tra Tel Aviv e Teheran, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha visitato il Cairo. L’ufficio di Al-Sisi ha comunicato che i due leader hanno discusso della “necessità di fermare l’escalation regionale” e di intensificare gli sforzi per un cessate il fuoco a Gaza e in Libano. Negli ultimi anni, i rapporti tra Egitto e Iran hanno visto una lenta ripresa, ma le speranze iraniane di una distensione con l’Egitto o con il mondo arabo restano insoddisfatte. Al-Sisi continua a guardare con sospetto le manovre iraniane nel Levante, percepite come destabilizzanti quanto l’offensiva israeliana. Inoltre, gli investimenti dei paesi del Golfo nell’economia egiziana pongono chiare priorità per il Cairo nelle sue relazioni diplomatiche, suggerendo che una riconciliazione con l’Iran potrebbe essere sacrificata in favore dei legami con Emirati e Arabia Saudita.

Infine, il mese si conclude con tensioni nelle relazioni tra Egitto e Russia, a causa dei ritardi nella fornitura di grano. Dopo il vertice dei BRICS a Kazan, Al-Sisi ha dovuto registrare un nuovo ritardo nella consegna record di 430.000 tonnellate di grano, concordata la scorsa primavera. Il Ministero dell’Agricoltura russo non ha commentato il ritardo, mentre l’Unione degli agricoltori russi ha attribuito la situazione a inefficienze burocratiche e incomprensioni con i partner. Questo secondo ritardo in un anno riporta alla ribalta la necessità per l’Egitto di diversificare i suoi fornitori di grano. Tra le opzioni considerate, vi sono l’acquisto dal Kazakistan, con garanzia finanziaria emiratina, o il ripristino di parte delle forniture dall’Ucraina, il cui Ministro degli Esteri Sybiha ha visitato l’Egitto proprio in coincidenza con l’annuncio dei nuovi ritardi.

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