Sempre con un occhio alla crisi tra Etiopia e Somalia, il governo egiziano ha portato la questione della Grande Diga del Rinascimento Etiope (GERD) all’attenzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdel Atty, ha inviato una lettera all’organo dell’ONU in cui ha criticato duramente le dichiarazioni del primo ministro etiope, Abiy Ahmed, che aveva espresso soddisfazione per la conclusione della quinta fase del riempimento della GERD, completata ancora una volta senza alcuna consultazione con i paesi attraversati dal fiume Nilo. Non è la prima volta che l’Egitto protesta diplomaticamente contro l’atteggiamento unilaterale dell’Etiopia riguardo alla gestione delle risorse idriche del Nilo, ma in questa occasione i toni sono stati particolarmente perentori.
Abdel Atty ha sottolineato come in 13 anni di negoziati l’Etiopia abbia cercato solo di legittimare le proprie scelte unilaterali, evitando di avviare un dialogo costruttivo con le controparti. Nella sezione conclusiva della lettera, il capo della diplomazia egiziana ha avvertito delle conseguenze che le “politiche illegali” dell’Etiopia potrebbero avere per l’Egitto e il Sudan, dichiarando che il Cairo è pronto a prendere tutte le misure necessarie, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, per difendere la propria sovranità.
Sul fronte delle mediazioni regionali condotte dal Cairo, significativo è stato l’incontro tra Abdel Atty e il suo omologo sudanese, Hussein Awad Ali, con il quale si è discusso delle varie iniziative per raggiungere una tregua in Sudan. Questo incontro ha ricevuto il supporto esplicito degli Stati Uniti, con il segretario di Stato, Antony Blinken, e l’inviato speciale per il Sudan, Tom Perriello, che hanno lodato pubblicamente l’iniziativa. Washington spera che la mediazione egiziana possa superare le resistenze del Consiglio Sovrano sudanese, guidato dal generale Al-Burhan, e convincerlo a partecipare ai negoziati con le Forze di Supporto Rapido (RSF). Per ora, l’esercito regolare sudanese continua a non voler partecipare ai colloqui, ma l’iniziativa del Cairo ha almeno contribuito a mantenere aperti i valichi settentrionali e occidentali del Sudan per il transito degli aiuti umanitari, fondamentali a fronte del peggioramento della crisi nel paese.
Sul versante economico, le notizie per il Cairo sono più positive. Dopo le dichiarazioni ottimistiche del primo ministro Madbouly, che a fine agosto aveva annunciato che l’Egitto avrebbe ripreso le esportazioni di gas entro la prima metà del 2025, il ministro delle Finanze, Ahmed Kouchouk, ha comunicato il lancio di nuovi titoli del tesoro in euro. L’annuncio è stato fatto informalmente a un gruppo di potenziali investitori durante un incontro a porte chiuse a Londra. Kouchouk ha spiegato che l’obiettivo del governo è vendere circa 3 miliardi di dollari di debito in diverse tranche entro giugno 2024, utilizzando varie tipologie di obbligazioni, tra cui le islamiche Sukuk, alcune denominate in dollari e altre in euro. Non sono stati forniti dettagli precisi sulla quota di debito che sarà emessa tramite eurobond. Se confermata, l’emissione di eurobond (la prima dal 2021) rappresenterebbe una pietra miliare per l’Egitto, segnando l’inizio dell’uscita dalla crisi monetaria che ha colpito il paese negli ultimi tre anni. L’immissione di liquidità nell'economia egiziana, come quella legata alla concessione di Ras El-Hekma agli Emirati Arabi Uniti per lo sviluppo del turismo locale, sembra aver avuto l’effetto desiderato, contribuendo a stabilizzare i conti pubblici e rendendo il debito nazionale nuovamente sostenibile. Resta da vedere come reagiranno gli investitori, che per ora sembrano premiare i fondamentali economici del paese. Secondo le ultime rilevazioni, le obbligazioni in dollari dell’Egitto con scadenza nel 2047 sono state scambiate a oltre 80 centesimi per dollaro, con un rendimento totale superiore al 30%, tre volte la media delle economie emergenti e il migliore andamento tra queste.
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Capo di stato | Abdel Fattah al-Sisi |
Capo del Governo | Mostafa Madbouly |
Forma Istituzionale | Repubblica semipresidenziale |
Capitale | Il Cairo |
Potere Legislativo | Camera dei Rappresentanti unicamerale (Majlis Al-Nowaab, 596 seggi) Con gli emendamenti costituzionali del 2019 alla Costituzione del 2014, la seconda Camera del Parlamento è sorto nuovamente come “Senato” (180 membri) |
Potere Giudiziario | Corte costituzionale Suprema (costituita dal Presidente del Tribunale e 10 giudici); Corte di Cassazione (oltre 450 giudici organizzati in circuiti, ognuno dei quali è composto da panel di almeno 5 giudici) |
Ambasciatore in Italia | Bassam Essam Rady Abdelhamid Rady |
Area Totale | 1.001.450 km2 |
Terra | 995.450 km2 |
Clima | Desertico; estati calde e secche con inverni moderati. |
Risorse Naturali | Petrolio, gas naturale, minerale di ferro, fosfati, manganese, calcare, gesso, talco, asbesto, piombo, terre rare, zinco |
Sintesi Economica | Il paese è diviso in due dalla fertile Valle del Nilo, dove si svolge la maggior parte dell'attività economica; tuttavia, la disoccupazione e l'elevata inflazione ne limitano la crescita economica. L’attività economica più importante è l’agricoltura, dove è impiegato circa il 23% della forza lavoro. Nonostante gli sforzi per una diversificazione economica, l’Egitto continua a dipendere fortemente dal Canale di Suez per i suoi guadagni dall’estero. |
Pil | € 300.8 miliardi (2023) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $4086 (Dic. 2021) |
Esportazioni | € 32.6 miliardi (2023) |
Export partner | Emirati Arabi Uniti 9.57%, Arabia Saudita 6.21%, Turchia 5.85%, Italia 5.82%, India 4.38% (2020) |
Importazioni | € 63.6 miliardi (2023) |
Import partner | Cina 17.4%, Russia 6.72%, Emirati Arabi Uniti 4.83%, Arabia Saudita 4.7%, Turchia 4.34%, Italia 3.9% (2020) |
Interscambio con l'Italia | € 5.960 miliardi (2023) |
Popolazione | 107.770.524 (2022 est.) |
Tasso di crescita della popolazione | +1,68% (2022 est.) |
Etnie | Egiziani 95%, altri 5% |
Lingue | Arabo (ufficiale), inglese e francese ampiamente compresi dalle classi istruite |
Religione | Musulmani (prevalentemente sunniti) 90%, cristiani (maggioranza copta ortodossa, altri cristiani includono armeni apostolici, cattolici, maroniti, ortodossi e anglicani) 10% (2015) |
Urbanizzazione | 43% (2020) |
Alfabetizzazione | 71.2% |
Indipendente dal 1922, l'Egitto è un paese del Nord Africa che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Confina a nord con la Striscia di Gaza e con Israele, a est con il Mar Rosso, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La popolazione ammonta a 107 milioni di persone e la lingua ufficiale è l'arabo.
L'Egitto ha sempre goduto di una posizione strategica al crocevia tra Europa, Africa e Asia. Il paese si trova tra il Mar Mediterraneo, che fornisce una rotta verso l'Europa e il Nord America, e - grazie al Canale di Suez - il Mar Rosso, che continua fino all'Oceano Indiano. Oggi, questo rende l'Egitto uno degli snodi più importanti del commercio internazionale. Inoltre, la grande disponibilità di risorse naturali, recentemente rafforzata dalla scoperta dei giacimenti di gas offshore di Zohr, rende l'Egitto un paese chiave all'interno delle dinamiche geopolitiche del Vicino Oriente e del Nord Africa.
Nel 2021, l'interscambio commerciale con l'Italia è stato di 6,11 miliardi di dollari. Nel complesso, nello stesso anno l'Italia è stato il primo partner commerciale europeo dell'Egitto.