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India: report di ottobre 2024

Sul piano internazionale, il mese di ottobre si è aperto con l’incontro, tenutosi a Washington, tra il ministro degli Affari Esteri indiano Jaishankar e il segretario di Stato statunitense Blinken. Dieci giorni dopo la riunione del QUAD, i due ministri hanno consolidato l’impegno degli Stati Uniti e dell’India per approfondire i legami bilaterali, per coordinarsi strettamente sulle sfide regionali e globali (Ucraina, Medio-Oriente, Indo-Pacifico) e per far progredire la cooperazione sulle tecnologie critiche ed emergenti, compresi i settori tecnologici strategici, lo spazio, i semiconduttori e l’energia pulita.

Ed è ancora Jaishankar a partecipare il 15 ottobre al Consiglio dei Capi di Governo dello Shanghai Cooperation Organization (SCO) a Islamabad, nove anni dopo l’ultima visita di un ministro degli Esteri in Pakistan. L’India ha dichiarato di voler rimanere membro attivo dello SCO e impegnarsi nelle attività e iniziative promosse dall’organizzazione. Si tratta, anche in questo caso, dell’espressione della “multipolarità” della politica estera di Delhi. In quest’ottica, la presenza di Jaishankar a Islamabad, più che prova di distensione nei confronti del paese confinante, va interpretata come interesse dell’India a mantenere una posizione di forza all’interno dello SCO, per contrastare il predominio cinese nel foro. Non si sono tenuti incontri bilaterali tra Jaishankar e la sua controparte pachistana, Ishaq Dar, ma il ministro ha partecipato al ricevimento di benvenuto offerto dal Primo Ministro del Pakistan, Shehbaz Sharif, ed ha avuto interlocuzioni ufficiali con il premier cinese, Li Qiang.

A fine mese, il primo ministro Modi è intervenuto al sedicesimo summit dei BRICS a Kazan, prima riunione del gruppo dopo l’inclusione di UAE, Iran, Egitto ed Etiopia. Alla vigilia del summit, Modi ha avuto incontri bilaterali con il leader russo e con il presidente iraniano. Con Putin, Modi ha riaffermato il desiderio dell’India di vedere la pace in Ucraina, e la disponibilità di Delhi a fornire il proprio aiuto per giungere a una tregua con Kiev. Con Pezeshkian ha auspicato la de-escalation delle tensioni e la protezione dei civili in Medio-Oriente. Di interesse il primo incontro ufficiale tra Modi e Xi Jinping dal 2019, che ha segnato la ripresa dei legami ad alto livello tra i due giganti asiatici. Le due parti hanno annunciato un accordo sulle modalità di pattugliamento lungo la linea di controllo effettivo (LAC) in Ladakh tra India e Cina, passo importante verso il disimpegno delle truppe schierate e la risoluzione delle questioni sorte nel 2020. La posizione dell’India nell’ambito dei BRICS assume un aspetto peculiare, dato il suo posizionamento, in anni recenti, di potenza-ponte tra Occidente e Sud Globale, critica dell’eredità del colonialismo sul piano retorico ma in pratica non schierata a favore degli avversari degli USA. È all’interno dei BRICS che l’India è più fortemente in competizione con la Cina per il ruolo di leadership del Sud Globale.

In queste settimane si è inasprita la crisi diplomatica tra India e Canada, con l’espulsione di sei diplomatici indiani a seguito delle accuse rivolte all’India per l’assassinio, commesso di fronte a un tempio sikh nella British Columbia, di Hardeep Singh Nijjar, separatista di nazionalità canadese, e per una campagna di intimidazioni verso la comunità sikh in Canada. Testimoniando a metà ottobre in un’inchiesta pubblica, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha accusato Delhi di mancata collaborazione e di aver inasprito i contrasti che hanno portato all’espulsione reciproca di alti diplomatici. L’India ha respinto le accuse come “ridicole”. Le autorità canadesi, secondo il Ministero degli Esteri di Delhi, non avrebbero presentato alcuna prova a sostegno delle gravi accuse mosse contro l’India e i suoi diplomatici e avrebbero assunto un “comportamento sprezzante” che avrà pesanti ripercussioni sui rapporti tra i due paesi.

A fine ottobre si sono tenute due visite bilaterali a Delhi da parte di due capi di stato europei: il cancelliere tedesco Olaf Scholtz, che ha partecipato con Modi alla settima edizione dell’Intergovernmental Consultations e alla 18th Asia Pacific Conference of German Business e il premier spagnolo Pedro Sanchez, che con il leader indiano ha inaugurato in Gujarat la linea di assemblaggio finale del velivolo da trasporto C295, bandiera del programma “Make in India” nato dalla collaborazione tra Airbus-CASA e Tata Advanced Systems.

Sul piano interno, l’8 ottobre sono stati resi noti i risultati delle elezioni svoltesi in Jammu e Kashmir e in Haryana. Il caso del Jammu e Kashmir è particolarmente complesso: quello che era l’unico stato a maggioranza musulmana della federazione indiana, dotato di un certo grado di autonomia, è stato separato dal Ladakh e declassato allo status di territorio federale nel 2019. Dopo aver riorganizzato le circoscrizioni elettorali e aumentato il peso delle aree a maggioranza indù, il governo Modi sperava di ottenere per il BJP il successo in questa regione di frontiera instabile e contesa, che aveva votato per eleggere i rappresentanti locali per l’ultima volta nel 2014. L’alleanza tra National Conference e il Congresso è invece risultata vincitrice. Nello stato dell’Haryana, invece, le previsioni di uno smottamento elettorale a favore del Congresso sono state smentite dal BJP di Narendra Modi, che è stato confermato per il terzo mandato consecutivo al governo dello stato.

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