Il Kenya è indipendente dal 1963, in seguito al processo di decolonizzazione dell’Africa orientale inglese. È attraversato dall’equatore e confina a nord con l’Etiopia, a nord-ovest con il Sudan del Sud, ad ovest con l’Uganda, a sud con la Tanzania e ad est con la Somalia. A sud-est è bagnato dall’Oceano Indiano. La popolazione ammonta a 55 milioni di abitanti circa; le lingue ufficiali sono lo swahili e l’inglese.
Il Kenya ha ottenuto un livello di stabilità politica e di sviluppo economico rilevante, diventando l’hub economico della regione. Inoltre, Nairobi ha svolto un prezioso ruolo di mediazione col fine di ricomporre le crisi nei paesi territorialmente contigui, come ad esempio in Somalia, in Sudan e, recentemente, in Etiopia. Proprio la complessa situazione nel sud della Somalia, dove al-Shabāb conduce la maggior parte delle sue attività terroristiche, è la principale fonte di preoccupazione per il Kenya, in quanto nel paese si percepisce un serio e costante rischio di spillover. Dal 2012 il Kenya è uno dei principali contributori dell'AMISOM, la missione di stabilizzazione dell'Unione africana in Somalia.
Sebbene ancora condizionata da una grave povertà, l'economia del Kenya può essere considerata la più grande e sviluppata dell'Africa orientale e centrale. Negli ultimi anni il commercio globale tra il Kenya e l'Italia è stato caratterizzato da un forte squilibrio a favore di quest'ultima. Le esportazioni italiane verso il Kenya comprendono: aerei, macchinari industriali, prodotti chimici, alimentari ed elettrodomestici. Le esportazioni del Kenya verso l'Italia comprendono: pelli e cuoio; frutta e verdura; piante, bulbi e fiori da taglio. L'Italia ha inoltre investito massicciamente nel settore del turismo.
Le relazioni tra Italia e Kenya sono più che positive. La comunità italiana in Kenya è la seconda più grande nell’Africa sub-sahariana. Nel 2006, Italia e Kenya hanno sottoscritto un accordo di riconversione del credito, in forza del quale sono stati avviati numerosi progetti a sostegno di quelle fasce di popolazione che versano nelle condizioni più critiche.
Il Kenya guida la trasformazione tecnologica, promuovendo inoltre l’inclusione sociale ed economica attraverso le innovazioni digitali.
Mentre nel paese non si esaurisce l’onda di proteste contro il governo, aumenta il rischio di una destabilizzazione interna, che potrebbe avere risvolti anche oltre il continente africano. Il punto di Daniele Ruvinetti
La visita del capo del Quirinale in Kenya arriva in un momento storico in cui tutti gli occhi del mondo sono puntati sulla regione. Tra simbolico e pratico, così il viaggio del Presidente rimette l’Africa al centro della politica estera italiana.
Capo di stato | William Ruto |
Capo del Governo | Dal 2013 la figura del presidente coincide con il capo del governo |
Forma Istituzionale | Repubblica Presidenziale |
Capitale | Nairobi |
Potere Legislativo | Parlamento bicamerale (Assemblea Nazionale, 350 seggi – Senato 68 seggi) |
Potere Giudiziario | Corte Suprema (7 giudici) |
Ambasciatore in Italia | Frederick Lusambili Matwan'ga |
Area Totale | 580.000 km2 |
Terra | 569.000 km2 |
Clima | Tropicale lungo le coste, arido nelle zone interne |
Risorse Naturali | Calcare, sodio, sale, pietre preziose, zinco, gesso, diatomite, energia idroelettrica |
Sintesi Economica | Il Kenya rappresenta il principale hub economico, finanziario e dei trasporti dell’Africa Orientale. Il settore principale rimane l’agricoltura, seguito dal turismo. A fronte di una crescita media del PIL di circa il 5% annuo, l’economia keniota presenta alcuni gravi problemi che ne limitano lo sviluppo, in particolare alti livelli di disoccupazione, diffusa corruzione e mancanza di infrastrutture. Il Kenya è anche spesso vittima di attentati terroristici. |
Pil | $110 miliardi (Dic 2021) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $1643 (Dic 2021) |
Esportazioni | $11,5 miliardi (2019) |
Export partner | Uganda 10%, Stati Uniti 9%, Paesi Bassi 8%, Pakistan 7%, Regno Unito 6%, Emirati Arabi Uniti 6%, Tanzania 5% (2019) |
Importazioni | $10,4 miliardi (2019) |
Import partner | Cina 24%, Emirati Arabi Uniti 10%, India 10%, Arabia Saudita 7%, Giappone 5% (2019) |
Interscambio con l'Italia | $234 milioni (2021) |
Popolazione | 55 milioni (2022) |
Tasso di crescita della popolazione | +2,12% (2022) |
Etnie | Kikuyu 17,1%, Luhya 14,3%, Kalenjin 13,4%, Luo 10,7%, Kamba 9,8%, Somali 5,8%, Kisii 5,7%, Mijikenda 5,2%, Meru 4,2%, Maasai 2,5%, Turkana 2,1% |
Lingue | Inglese e Kiswahili (ufficiali), parlate anche numerose lingue indigene |
Religione | Cristiani 85,5% (prevalentemente protestanti, cattolici ed evangelici), musulmani 10,9%. |
Urbanizzazione | 29 % (2022) |
Alfabetizzazione | 81,5 % |
Il Kenya è indipendente dal 1963, in seguito al processo di decolonizzazione dell’Africa orientale inglese. È attraversato dall’equatore e confina a nord con l’Etiopia, a nord-ovest con il Sudan del Sud, ad ovest con l’Uganda, a sud con la Tanzania e ad est con la Somalia. A sud-est è bagnato dall’Oceano Indiano. La popolazione ammonta a 55 milioni di abitanti circa; le lingue ufficiali sono lo swahili e l’inglese.
Il Kenya ha ottenuto un livello di stabilità politica e di sviluppo economico rilevante, diventando l’hub economico della regione. Inoltre, Nairobi ha svolto un prezioso ruolo di mediazione col fine di ricomporre le crisi nei paesi territorialmente contigui, come ad esempio in Somalia, in Sudan e, recentemente, in Etiopia. Proprio la complessa situazione nel sud della Somalia, dove al-Shabāb conduce la maggior parte delle sue attività terroristiche, è la principale fonte di preoccupazione per il Kenya, in quanto nel paese si percepisce un serio e costante rischio di spillover. Dal 2012 il Kenya è uno dei principali contributori dell'AMISOM, la missione di stabilizzazione dell'Unione africana in Somalia.
Sebbene ancora condizionata da una grave povertà, l'economia del Kenya può essere considerata la più grande e sviluppata dell'Africa orientale e centrale. Negli ultimi anni il commercio globale tra il Kenya e l'Italia è stato caratterizzato da un forte squilibrio a favore di quest'ultima. Le esportazioni italiane verso il Kenya comprendono: aerei, macchinari industriali, prodotti chimici, alimentari ed elettrodomestici. Le esportazioni del Kenya verso l'Italia comprendono: pelli e cuoio; frutta e verdura; piante, bulbi e fiori da taglio. L'Italia ha inoltre investito massicciamente nel settore del turismo.
Le relazioni tra Italia e Kenya sono più che positive. La comunità italiana in Kenya è la seconda più grande nell’Africa sub-sahariana. Nel 2006, Italia e Kenya hanno sottoscritto un accordo di riconversione del credito, in forza del quale sono stati avviati numerosi progetti a sostegno di quelle fasce di popolazione che versano nelle condizioni più critiche.