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Marocco: report di ottobre 2024

Sullo sfondo dell’incontro a Rabat tra il re Mohamed VI e il presidente francese Macron il Regno alawita e la Francia ufficializzano la propria riconciliazione. Suggella il riavvicinamento la stipula di contratti e accordi bilaterali del valore complessivo di oltre dieci miliardi di euro. Tra le intese – i cui dettagli sono stati resi solo in parte pubblici – rientra la fornitura di dodici treni ad alta velocità al Marocco da parte del gruppo francese Alstom, mentre le utilities Engie, EDF e TotalEnergies si sono assicurate accordi per l’espansione nel mercato marocchino delle rinnovabili e dell’idrogeno verde.

A margine dell’incontro, Macron ha reiterato l’intenzione di investire per lo sviluppo socioeconomico del Sahara occidentale. Chiave di volta dell’estroflessione marocchina tra Europa, Africa occidentale e Sahel, la regione resta contesa tra il regno e le milizie indipendentiste del Fronte Polisario, che godono del supporto logistico e finanziario dell’Algeria. Lo scorso luglio, Macron aveva abbandonato la decennale equidistanza francese sulla questione per pronunciarsi a favore della sovranità marocchina sul territorio. Viatico al ristabilimento della cooperazione franco-marocchina, la svolta sul Sahara occidentale riflette anche il sostanziale fallimento della politica di distensione inaugurata nel 2022 nei confronti dell’Algeria, il cui capo di Stato, Abdelmajid Tebboune, ha più volte rimandato una visita a Parigi negli ultimi due anni prima di annullarla definitivamente negli scorsi mesi.

La scelta di campo aveva già fruttato alle consociate francesi Egis e Sistra, a pochi giorni dalla dichiarazione di luglio, la direzione del progetto di raccordo ferroviario tra Kenitra e Marrakesh, parte di un più ampio piano infrastrutturale volto a connettere Casablanca con il capoluogo meridionale di Agadir. Tra i progetti sottoscritti nell’ultimo anno rientra anche la realizzazione di un progetto di interconnessione elettrica tra Casablanca e Dakhla, capitale del Sahara occidentale e centro dello sviluppo infrastrutturale promosso dal Marocco nella regione. Sullo sfondo degli accordi energetici con Engie e Total, inoltre, re Mohamed ha annunciato l’intenzione di raddoppiare la capacità energetica verde del Sahara occidentale entro il 2030. In questo quadro, l’apertura del Sahara all’investimento francese prefigura un potenziale viatico alla conservazione della residuale influenza di Parigi tra Nord Africa e paesi del Sahel, che in Dakhla vedono – tramite l’Iniziativa atlantica inaugurata lo scorso dicembre da re Mohamed – uno sbocco commerciale verso i mercati rivieraschi della costa ovest.

Alla scelta di Parigi fa da contraltare il peggioramento dei rapporti tra Marocco e Unione europea. Il 4 ottobre 2024, la Corte di Giustizia europea ha respinto l’appello della Commissione europea e stabilito che gli accordi UE-Marocco su pesca e agricoltura non debbano includere il Sahara occidentale. La sentenza suggella una disputa decennale circa la validità degli accordi stipulati tra Bruxelles e Rabat nel 1988, che la Corte aveva invalidato a più tornate nel 2016 e 2018. In risposta, l’UE aveva negoziato un nuovo accordo con Rabat nel 2019, le cui provvisioni avrebbero esplicitamente incluso anche il Sahara occidentale a seguito della consultazione di alcuni stakeholders presenti sul territorio. Confermando in appello la decisione già raggiunta nel 2021, la Corte ha quindi ritenuto la misura insufficiente a garantire il consenso agli accordi del popolo sahrawi. Ulteriori accordi Marocco-UE che includano la regione dovranno cessare entro un anno. Il rinnovo degli accordi del 2019, scaduti lo scorso luglio, era rimasto sinora condizionato al pronunciamento finale della Corte.

La decisione della CGUE profila un nuovo raffreddamento negli (altalenanti) rapporti tra il regno e l’Unione. Dopo il coinvolgimento del Marocco nell’inchiesta sulla corruzione in seno al Parlamento europeo e a seguito dell’approvazione, da parte di Strasburgo, di una mozione di condanna ai limiti alla libertà di stampa nel Regno, la visita del Commissario europeo Varhely aveva contribuito a calmare gli animi con lo sblocco di investimenti UE in Marocco del valore di 2,1 miliardi di euro: con l’occasione, Marocco e UE avevano sottoscritto cinque accordi di cooperazione, del valore complessivo di 500 milioni di euro, in tema di agricoltura, protezione sociale, migrazione, integrazione finanziaria e pubblica amministrazione. Cooperazione che rischia, ad oggi, una nuova battuta d’arresto. Cauto il comunicato della Commissione europea e quello della Spagna (principale beneficiaria degli accordi), che ricordano l’importanza del partenariato strategico con il Marocco e la “ferma intenzione” di continuare a rafforzare le relazioni con il regno alawita.

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Med-Or a Rabat per l’evento “Higher Education, Research and Innovation collaboration between Morocco and Italy”. Presente il Ministro Anna Maria Bernini

Iniziativa promossa dal Ministero italiano dell’Università e della Ricerca (MUR), dalla Fondazione Med-Or, dal Ministero marocchino dell’Istruzione Superiore, della Ricerca Scientifica e dell’Innovazione, dall’Università Mohammed VI Polytechnique e dall’Ambasciata d’Italia a Rabat.

Presenti all’evento il Ministro italiano dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il Ministro marocchino dell’Istruzione Superiore, della Ricerca Scientifica e dell’Innovazione, Abdellatif Miraoui, e l’Ambasciatore d’Italia a Rabat, Armando Barucco.

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La corsa al Sahel tra Algeria e Marocco

Come Marocco e Algeria competono per aumentare la propria influenza nel Sahel. L’analisi di Francesco Meriano

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Maghreb, un bilancio dell’anno appena concluso

Snodo nevralgico tra Atlantico e Medio Oriente, tra Europa e Africa subsahariana, il Maghreb si conferma incubatore di sviluppi cruciali per gli assetti mediterranei. Un bilancio del 2023 di Francesco Meriano

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