Nel Nord della Penisola Balcanica si insedia nel VI secolo d.C. il popolo sloveno, derivazione dell’etnia slava, ma pochi territori in Europa sono stati soggetti a tanti domini stranieri come questo.
In tale frangia del continente si sono succeduti l’Impero Romano e poi i Regni di Eruli, Ostrogoti, Longobardi, Avari, Sorabi, Franchi, Magiari, Boemi, infine l’Impero Asburgico e, con il tracollo del medesimo, la Repubblica di Jugoslavia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale consegue dall’Italia la cessione dell’Istria.
La Costituzione della Repubblica Federale Jugoslava prevedeva espressamente la facoltà, per ciascuno degli Stati membri, di recedere in via unilaterale dalla Federazione medesima.
Siffatto diritto viene esercitato nel 1991 con la dichiarazione di indipendenza a cui segue una breve guerra con la Serbia terminata con il riconoscimento della Slovenia come Stato sovrano.
Nei secoli luogo di incontro di cultura latina, germanica e slava, si trova tuttora in una posizione strategica tra il Mediterraneo e l’Europa dell’Est.
Siffatta collocazione la rende peraltro, tramite la limitrofa Serbia, esposta all’immigrazione diretta verso l’Europa centrosettentrionale e in prevalenza proveniente dalla Russia, come dal subcontinente indiano e dall’Africa subsahariana.
Le relazioni con l’Italia, pur nell’imperitura memoria delle foibe compiute dalle milizie di Tito in territorio sloveno, ma non dal popolo sloveno, si svolgono in un’ottica di costruttiva collaborazione.
L’età media della popolazione è di 44,3 anni. A così elevata cifra contribuisce una diminuzione delle nascite che nel 2023 è giunta al numero di 16.800, il più basso mai rilevato.
La religione prevalente è il cattolicesimo.
Aderisce alla NATO dal 29 marzo 2004.
Aderisce all’Unione Europea dal 1 maggio 2004 e all’area monetaria Euro dal 1 gennaio 2007.
L’economia della Slovenia la rendeva, durante la guerra fredda, la più ricca tra le Repubbliche della Jugoslavia con un PIL che, malgrado le modeste dimensioni del territorio, ammontava a circa un quinto di quello dell’intera Federazione.
Sono settori di precipuo rilievo l’industria meccanica, elettronica, informatica e del turismo.
I principali Paesi importatori di prodotti sloveni sono stati nel 2023, in ordine decrescente, Svizzera, Germania, Italia, Croazia e Austria.
I principali Paesi esportatori sul mercato sloveno sono stati nel 2023, in ordine decrescente, Svizzera, Cina, Germania, Italia e Austria.
Il debito pubblico era pari nel 2023 al 70,5% del PIL.
Il tasso di inflazione risultava, ad aprile del 2024, del 3,3% su base annuale.
È uno dei Paesi della NATO in maggior ritardo rispetto agli impegni finanziari assunti con l’Alleanza. Le spese militari ammontano all’1,26% del PIL.
Paese ricco di risorse energetiche fossili con 20 miniere di lignite, che, quando era parte della Jugoslavia, fornivano il 40% della produzione carbonifera della Federazione.
Dette miniere, vista la loro scarsa redditività, sono state nel tempo chiuse eccetto una, tuttora operante presso la città di Velenje.
Si è cionondimeno sviluppata la fonte nucleare della quale l’impianto principale è la centrale di Krsko, costruita nel 1983 e ubicata a circa 120 Km dal confine con l’Italia, che copre il 20% del fabbisogno energetico sloveno.
Una perdita di materiale radioattivo, dovuta all’obsolescenza del reattore nucleare, ha portato a una temporanea chiusura della suindicata centrale nell’ottobre 2023 e alla successiva decisione, da parte del Governo, di indire un referendum in ordine alla costruzione di un secondo reattore.
Sono altresì presenti 51.000 impianti solari per l’autosufficienza energetica delle abitazioni.
Un ulteriore stanziamento di 271 milioni di euro in tre anni per le energie rinnovabili è stato deliberato dal Governo nel giugno 2024.
Capo di stato | Nataša Pirc Musar |
Capo del Governo | Robert Golob |
Forma Istituzionale | Repubblica parlamentare |
Capitale | Lubiana |
Potere Legislativo | Parlamento bicamerale, Consiglio Nazionale o Drzavni Svet (40 rappresentanti), Assemblea Nazionale o Drzavni Zbor (90 rappresentanti) |
Potere Giudiziario | Corte Suprema (37 giudici); Corte costituzionale (7 giudici) |
Ambasciatore in Italia | Matjaž Longar |
Area Totale | 20.273 km2 |
Terra | 20.151 km2 |
Clima | Clima mediterraneo lungo la costa; clima continentale con estati calde e inverni rigidi nelle valli dell’est |
Risorse Naturali | Carbone, piombo, zinco, pietre da costruzione, energia idroelettrica, legname |
Sintesi Economica | La Slovenia presenta tassi di crescita tra i più alti nell’area europea sebbene sia alle prese con un’alta spesa pubblica. Da notare i cospicui investimenti nel settore manifatturiero e in quello dell’alta tecnologia |
Pil | €61 miliardi (2023) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | €32.297 (2023) |
Esportazioni | €54,60 miliardi (2023) |
Export partner | Svizzera, Germania, Italia, Croazia, Austria (2022) |
Importazioni | €55,70 miliardi (2023) |
Import partner | Svizzera, Cina, Italia, Germania, Austria (2022) |
Interscambio con l'Italia | €11.848 milioni (2023) |
Popolazione | 2.097.893 (2024) |
Tasso di crescita della popolazione | -0,1% (2024) |
Etnie | Sloveni 83.1%, Serbi 2%, Croati 1.8%, Bosniaci 1.1%, altre minoranze 12% (2002) |
Lingue | Sloveno (lingua officiale), Croato, Serbo-Croato, Bosniaco, Serbo, Ungherese, Italiano |
Religione | Cattolici 69%, ortodossi 4%, mussulmani 3%, atei 14%, non specificato 2% |
Urbanizzazione | 56,1% (2023) |
Alfabetizzazione | 99,7 (2015) |
Nel Nord della Penisola Balcanica si insedia nel VI secolo d.C. il popolo sloveno, derivazione dell’etnia slava, ma pochi territori in Europa sono stati soggetti a tanti domini stranieri come questo.
In tale frangia del continente si sono succeduti l’Impero Romano e poi i Regni di Eruli, Ostrogoti, Longobardi, Avari, Sorabi, Franchi, Magiari, Boemi, infine l’Impero Asburgico e, con il tracollo del medesimo, la Repubblica di Jugoslavia.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale consegue dall’Italia la cessione dell’Istria.
La Costituzione della Repubblica Federale Jugoslava prevedeva espressamente la facoltà, per ciascuno degli Stati membri, di recedere in via unilaterale dalla Federazione medesima.
Siffatto diritto viene esercitato nel 1991 con la dichiarazione di indipendenza a cui segue una breve guerra con la Serbia terminata con il riconoscimento della Slovenia come Stato sovrano.
Nei secoli luogo di incontro di cultura latina, germanica e slava, si trova tuttora in una posizione strategica tra il Mediterraneo e l’Europa dell’Est.
Siffatta collocazione la rende peraltro, tramite la limitrofa Serbia, esposta all’immigrazione diretta verso l’Europa centrosettentrionale e in prevalenza proveniente dalla Russia, come dal subcontinente indiano e dall’Africa subsahariana.
Le relazioni con l’Italia, pur nell’imperitura memoria delle foibe compiute dalle milizie di Tito in territorio sloveno, ma non dal popolo sloveno, si svolgono in un’ottica di costruttiva collaborazione.
L’età media della popolazione è di 44,3 anni. A così elevata cifra contribuisce una diminuzione delle nascite che nel 2023 è giunta al numero di 16.800, il più basso mai rilevato.
La religione prevalente è il cattolicesimo.
Aderisce alla NATO dal 29 marzo 2004.
Aderisce all’Unione Europea dal 1 maggio 2004 e all’area monetaria Euro dal 1 gennaio 2007.
L’economia della Slovenia la rendeva, durante la guerra fredda, la più ricca tra le Repubbliche della Jugoslavia con un PIL che, malgrado le modeste dimensioni del territorio, ammontava a circa un quinto di quello dell’intera Federazione.
Sono settori di precipuo rilievo l’industria meccanica, elettronica, informatica e del turismo.
I principali Paesi importatori di prodotti sloveni sono stati nel 2023, in ordine decrescente, Svizzera, Germania, Italia, Croazia e Austria.
I principali Paesi esportatori sul mercato sloveno sono stati nel 2023, in ordine decrescente, Svizzera, Cina, Germania, Italia e Austria.
Il debito pubblico era pari nel 2023 al 70,5% del PIL.
Il tasso di inflazione risultava, ad aprile del 2024, del 3,3% su base annuale.
È uno dei Paesi della NATO in maggior ritardo rispetto agli impegni finanziari assunti con l’Alleanza. Le spese militari ammontano all’1,26% del PIL.
Paese ricco di risorse energetiche fossili con 20 miniere di lignite, che, quando era parte della Jugoslavia, fornivano il 40% della produzione carbonifera della Federazione.
Dette miniere, vista la loro scarsa redditività, sono state nel tempo chiuse eccetto una, tuttora operante presso la città di Velenje.
Si è cionondimeno sviluppata la fonte nucleare della quale l’impianto principale è la centrale di Krsko, costruita nel 1983 e ubicata a circa 120 Km dal confine con l’Italia, che copre il 20% del fabbisogno energetico sloveno.
Una perdita di materiale radioattivo, dovuta all’obsolescenza del reattore nucleare, ha portato a una temporanea chiusura della suindicata centrale nell’ottobre 2023 e alla successiva decisione, da parte del Governo, di indire un referendum in ordine alla costruzione di un secondo reattore.
Sono altresì presenti 51.000 impianti solari per l’autosufficienza energetica delle abitazioni.
Un ulteriore stanziamento di 271 milioni di euro in tre anni per le energie rinnovabili è stato deliberato dal Governo nel giugno 2024.