Dopo mesi di incertezza, palazzo Cartagine ha convocato le elezioni presidenziali per il 6 ottobre 2024. La chiamata alle urne costituirà un banco di prova per Kais Saied, che in cinque anni al vertice ha operato per consolidare le prerogative presidenziali e circoscrivere il dissenso politico. Nel luglio 2022, con il successo di un referendum a bassa partecipazione popolare, Saied aveva promosso una riforma costituzionale che ne ha rafforzato i poteri esecutivi, garantendogli ampi poteri di nomina e revoca sulla composizione del governo e la facoltà di porre il veto a leggi approvate dall’iter parlamentare. L’appuntamento alle urne sarà inoltre il primo a essere disciplinato dalla legge elettorale introdotta dal presidente, che indebolisce l’influenza delle formazioni politiche tramite la selezione di candidati individuali in luogo di liste unificate di partito.
Resta incerto il novero dei candidati. Il Fronte per la Salvezza Nazionale – eterogenea alleanza dei partiti di opposizione – ha confermato l’intenzione di boicottare la tornata elettorale a causa “dell’assenza di condizioni per un’elezione trasparente e democratica”. La dichiarazione fa da chiosa agli oltre venti arresti di oppositori politici effettuati dalle forze di sicurezza tunisine dal 2021, anno in cui Saied sciolse il Parlamento. Tra i nomi più noti quello di Rachid Ghannouchi – fondatore e ideologo del movimento islamista Ennahda, storicamente osteggiato da Saied – e di Issam Chebbi, capo del Partito repubblicano, che ha ritirato la propria candidatura alla presidenza a fine mese. A complicare la situazione anche le divisioni interne alla big tent del Fronte, attraversato da tensioni tra le componenti islamiste e i partiti di ispirazione liberale.
La candidatura del presidente uscente – che ha confermato l’appuntamento elettorale solo a inizio luglio, dopo mesi di incertezza – ha inaugurato un nuovo giro di vite nel panorama politico del paese. Lo stesso giorno dell’annuncio, un tribunale tunisino ha condannato il candidato di opposizione Lotfi Mraihi – leader del partito di Unione repubblicana – a otto mesi di carcere per frode elettorale e all’interdizione a vita dalla corsa presidenziale. Resta in carcere anche il capo del partito Destouriano Abir Moussa, a seguito di una causa intentatale dall’Alta Autorità Indipendente per le elezioni (ISIE) circa le accuse mosse dall’ex-parlamentare sulla scarsa trasparenza della tornata elettorale del 2019.
In politica estera prosegue la cooperazione con Libia e Algeria. A seguito della riapertura del valico di Ras Jedir, principale snodo commerciale di terra tra la Tunisia e la Libia occidentale, sono ripresi i colloqui per la creazione di una zona transfrontaliera di libero scambio. Persistono, tuttavia, le tensioni tra le comunità Amazigh della vicina Zuwara e il governo di Tripoli, che il ministro degli Esteri tunisino, Nabil Ammar, ha giudicato “oltre la responsabilità delle autorità tunisine”. Nel frattempo, le compagnie ferroviarie nazionali di Algeria e Tunisia hanno siglato un accordo per la ripresa dei trasporti sulla linea Algeri-Annaba-Tunisi. Algeria, Tunisia e Libia hanno inoltre costituito un Consiglio congiunto per esaminare questioni relative al mercato del lavoro. Le iniziative rientrano nel quadro del “percorso di Cartagine”, inaugurato su impulso dell’Algeria nel corso di un vertice trilaterale tenutosi ad aprile a Tunisi e al quale hanno partecipato Saied, Tebboune e il capo del Consiglio Presidenziale libico Mohamed al-Menfi. L’obiettivo è quello di rafforzare l’integrazione economica e commerciale della regione, supplendo alle storiche difficoltà incontrate dall’Unione araba del Maghreb (AMU) rispetto alle omologhe Comunità economiche del continente africano.
Si rafforzano i legami tra Tunisia e Italia. Una delegazione della Struttura di missione del Piano Mattei, accompagnata da rappresentanti di Eni ed Enel, si è recata a Tunisi per discutere di transizione energetica e idrogeno verde. Presente all’incontro il ministro dell’Energia tunisino, Fatma Thabet Chiboub. Nel frattempo, il gruppo italiano Casillo, tra i principali fornitori del mercato agricolo tunisino, si è aggiudicato un nuovo contratto per la fornitura di 125,000 tonnellate di grano, per il valore di 30 milioni di dollari.
Scarica il report di luglio 2024Snodo nevralgico tra Atlantico e Medio Oriente, tra Europa e Africa subsahariana, il Maghreb si conferma incubatore di sviluppi cruciali per gli assetti mediterranei. Un bilancio del 2023 di Francesco Meriano
L’Italia conferma il proprio sostegno al paese dei gelsomini, sempre più in bilico sotto il profilo economico e oggetto delle mire politiche dei competitor dell’Occidente. L’analisi di Francesco Meriano
Sulla tenuta politica della Tunisia, alle prese con una cronica crisi economica e finanziaria, convergono interessi regionali e internazionali, tra cui quelli dell’Italia. Il punto di Francesco Meriano
Capo di stato | Kais Saied |
Capo del Governo | Ahmed Hachani |
Forma Istituzionale | Repubblica Presidenziale |
Capitale | Tunisi |
Potere Legislativo | Assemblea unicamerale dei rappresentanti del Popolo (217 seggi) temporaneamente sospesa |
Potere Giudiziario | Corte di Cassazione (composta da Presidente, presidenti di camera e magistrati e organizzata in 27 camere civili e 11 camere penali) |
Ambasciatore in Italia | Mourad Bourelha |
Area Totale | 163.610 km2 |
Terra | 155.360 km2 |
Clima | Temperato nel nord con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche; desertico nel sud |
Risorse Naturali | Petrolio, fosfati, minerale di ferro, piombo, zinco, sale |
Sintesi Economica | La sua economia ha sofferto particolarmente della crisi finanziaria globale del 2008, contribuendo a generare la Rivoluzione dei Gelsomini, nel periodo 2010-2011, che portò a seguito di proteste e sommosse popolari ad un cambio di regime. Nonostante la produzione di un sistema democratico, le esigenze sociali ed economiche dei Tunisini non sono state soddisfatte, dando luogo ad ondate di proteste tra il 2019 e il 2020. La situazione, anche aggravata dalla pandemia, ha portato il Presidente ad annunciare una sospensione temporanea del Parlamento. |
Pil | € 46.5 miliardi (2023) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $2889 (Dic. 2021) |
Esportazioni | € 18.2 miliardi (2023) |
Export partner | Francia 29.4%, Italia 17.2%, Germania 14.2%, Stati Uniti 4.12% (2020) |
Importazioni | € 23.2 miliardi (2023) |
Import partner | Francia 17.6%, Italia 16.5%, Germania 8.54%, Cina 8.67%, Turchia 5.57% |
Interscambio con l'Italia | € 6,865 miliardi (2023) |
Popolazione | 11.896.972 (2022) |
Tasso di crescita della popolazione | + 0,69% (2022 est.) |
Etnie | Arabi 98%, Europei 1%, Ebrei e altri 1% |
Lingue | Arabo (ufficiale, una delle lingue di commercio), francese (commercio), berbero (Tamazight) |
Religione | Islamica (ufficiale, Sunnita) 99,1%, altro (include cristiani, ebrei, musulmani sciiti e baha'i) <1% |
Urbanizzazione | 70,2% (2022) |
Alfabetizzazione | 81.8% (2020) |
Indipendente dal 1956, la Repubblica tunisina si affaccia sul Mar Mediterraneo e confina con l'Algeria a ovest e la Libia a sud-est. La maggior parte degli 11,8 milioni di abitanti è araba. Ci sono, tuttavia, minoranze europee e di imaziɣen. La lingua ufficiale del paese è l'arabo, ma il francese è ampiamente parlato.
Mancando di grandi risorse petrolifere, nel corso degli anni la Tunisia ha sviluppato un'economia orientata al mercato e un'interessante industria manifatturiera, che ne fanno una storia di successo in Africa e nel mondo arabo.
La Tunisia rappresenta un partner storico e importante per le imprese italiane impegnate nelle regioni del Maghreb e dell’Africa, visti i numerosi vantaggi che il paese reca. L'attrattiva del paese deriva da fattori quali la vicinanza geografica a mercati importanti, la disponibilità di manodopera qualificata e la presenza di catene di produzione competitive ad alto valore aggiunto come automotive, tessile e abbigliamento, aerospaziale, plastica, energie rinnovabili, tecnologia dell'informazione e delle telecomunicazioni. Con un commercio totale di 6,4 miliardi di dollari (2021), l'Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia. Con un saldo positivo, l'Italia è il secondo maggiore esportatore verso la Tunisia e il suo secondo più grande importatore, con una quota di mercato totale del 14 per cento a ottobre 2020. La presenza economica dell'Italia in Tunisia è ampia, solida e dinamica, con circa 800 aziende che danno lavoro a oltre 68 mila persone. Le imprese italiane rappresentano un terzo delle imprese con partecipazione estera nel paese. La maggior parte di queste si concentra nella Grande Tunisi e nelle regioni costiere e opera nei principali settori manifatturieri, tra cui tessile e abbigliamento, energia, edilizia, componenti automobilistici, banche, trasporti, meccanica, elettrica, farmaceutica, turismo e agroalimentare.