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Come cambia la demografia in India

In India nonostante il calo delle nascite aumenta il numero dei suoi cittadini. I cambiamenti della demografia nel paese asiatico nell’analisi di Guido Bolaffi

In India si è fermato il boom demografico. Infatti nel paese l’indice di natalità (cioè il numero medio di figli che si calcola una donna avrà nel corso della vita) è ormai inferiore a quello richiesto per evitare, sia pure a distanza di svariati decenni, il calo della popolazione. A segnalare questa epocale novità del secondo paese più popoloso del Pianeta sono stati i risultati dell’ultima indagine nazionale (2019-2021) sulla condizione delle famiglie resi noti settimane addietro dal Ministero delle Politiche Sociali di Delhi, che prendendo a campione 650 mila nuclei familiari dei diversi distretti del Paese ha evidenziato un vertiginoso calo medio delle nascite. In particolare tra le donne delle aree urbane, nelle quali quello che i demografi definiscono come indice sintetico di fecondità è sceso oggi all’1,6 rispetto al 2,2 del 2015.

Ma attenzione: questi cambiamenti, infatti, faranno sentire i loro effetti deflattivi sulla crescita della popolazione solo nel lungo periodo. Ragione per la quale l’India assisterà all’apparente paradosso per cui nei prossimi anni in parallelo al calo delle nascite il numero dei suoi abitanti continuerà invece a salire fino a raggiungere l’apice nel 2047.

Per cercare di chiarire le ragioni di questo rompicapo demografico abbiamo trovato soccorso nelle parole della studiosa Poonam Muttreja, direttrice della Fondazione Indiana per la Popolazione. Che in un’intervista riportata nell’articolo La fécondité en Inde sous le seuil de replacement, pubblicato da Le Monde lo scorso 24 dicembre, spiegava che: “L’Inde se trouve actuellement dans une nouvelle phase de sa transition démographique, où le taux de natalité sont en baisse mais où la population continue d’augmenter en raison de l’importance de sa jeunesse. Le pays compte 30% de jeunes de 10 à 24 ans qui sont en âge de procréer ou le seront dans quelques années […] L’enquête nationale sur la santé de la famille vient briser le mythe de l’explosion démographique et coupe l’herbe sous le pied à ceux qui disent que l’Inde a besoin des mesures coercitives de contrôle de la population”.

L’India nonostante il forte calo delle nascite vede aumentare il numero dei suoi cittadini perché oggi si trova in quella che gli istituti internazionali di ricerca sulla popolazione definiscono come la seconda fase della transizione demografica. Un processo in tre tappe che viaggia di conserva con la modernizzazione dei paesi in via di sviluppo. Nella prima lo sviluppo economico permette la riduzione della mortalità ma, a causa dei forti retaggi socio-culturali, non della natalità. Nella seconda i costi crescenti di famiglie troppo numerose sommati agli incentivi legati al miglioramento delle relazioni socio-culturali e dell’economia determinano, come nel caso dell’India, una riduzione della natalità ma non della popolazione. Nella terza ed ultima fase quando il tasso di natalità è per lungo tempo inferiore a quello della mortalità, come da anni in alcuni paesi europei e di recente anche negli USA, si ha una diminuzione assoluta della popolazione ed un aumento dell’immigrazione straniera.

Ma l’evoluzione demografica dell’India presenta anche un’altra straordinaria novità. Per la prima volta nella sua storia la percentuale della popolazione femminile ha superato quella maschile. Infatti, mentre nella precedente indagine sulle famiglie (2015/2016) il rapporto uomini-donne era risultato essere di 1000 a 991, in quella del 2019/2021 si è verificato un rovesciamento a favore delle seconde: 1020 donne contro 1000 uomini.

Un evento che secondo Le Monde rappresenta “une étape majeure car la culture patriarcale reste profondément ancrée en Inde et les femmes sont encore considérées comme des fardeaux, notamment à cause de la pratique de la dot, interdite depuis 1961 mais toujours courante […] Les démographes attendent toutefois le prochain recensement pour avoir une image complète du rapport femmes-hommes. L’exercice décennale devait avoir lieu en 2021, mais il a été différé en raison de la pandémie de Covid-19. Si elle est confirmée, la baisse du taux de fécondité devrait retarder le moment où l’Inde va dépasser la Chine et devenir le pays le plus peuplé de la planète”.

Stando così le cose si capisce perché, nonostante ricerche a non finire e discussioni al calor bianco, non ci sia accordo tra gli studiosi su quando avverrà il fatidico “sorpasso demografico” tra India e Cina. Basti pensare che un recente documento del governo indiano ne ha spostato la data, fissata dall’ONU nel 2022, al 2031. Mentre secondo le risultanze di una recente indagine di The Lancet, l’India occuperà il primo posto nella graduatoria mondiale della popolazione solo nel 2047 quando avrà una popolazione di 1 miliardo e 600 mila abitanti.

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