Si è concluso il workshop “Climate Change and Natural Hazards in the Euro-Mediterranean Region: Security Impacts and Crisis Management”organizzato a Roma da Med-Or
Si è concluso a Roma il workshop internazionale intitolato “Climate Change and Natural Hazards in the Euro-Mediterranean Region: Security Impacts and Crisis Management”, organizzato da Med-Or insieme al Ministero degli Affari Esteri del Regno di Giordania con il supporto del Nato SPS Programme
La Fondazione Med-Or ha ospitato in questi giorni un importante evento internazionale intitolato “Climate Change and Natural Hazards in the Euro-Mediterranean Region: Security Impacts and Crisis Management” nelle giornate del 19, 20 e 21 novembre.
Il Workshop è stato realizzato con il supporto del Science for Peace and Security Programme della NATO, con la partnership scientifica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), e ha visto la partecipazione di esperti internazionali provenienti da 18 differenti paesi, sia membri dell’Alleanza Atlantica, (Italia, Francia, Regno Unito, Grecia, Turchia, Stati Uniti, Canada, Macedonia del Nord, Norvegia, Spagna, Portogallo) che da alcuni paesi partner (Algeria, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Egitto, Azerbaigian, Qatar).
Nello specifico questo workshop, unico nel suo genere non solo per l’ampiezza delle tematiche affrontate in una prospettiva sia scientifica che di sicurezza ma anche per i molti esperti presenti provenienti soprattutto dai paesi della Sponda Sud del Mediterraneo, si è focalizzato soprattutto sul tema della sicurezza ambientale, con un particolare focus sull’impatto dei cambiamenti climatici e degli eventi calamitosi sulla sicurezza dei paesi mediterranei e della NATO.
Proprio dell’impatto globale e dell’importanza internazionale di questi temi si è discusso nella prima conferenza di apertura del workshop, nella giornata di martedì 19 novembre. Dopo i saluti iniziali tenuti da Andrea Manciulli, Direttore delle Relazioni Istituzionali della Fondazione, e da Massimo Khairallah, Direttore delle Relazioni Internazionali, sono intervenuti numerosi ospiti internazionali, tra i quali Abdullah Belhaif Al Nuaimi, Chairman of Sharjah Consultative Council e Former UAE Minister of Climate Change and Environment; Lorenzo Cesa, Head of the Italian Delegation to the NATO Parliamentary Assembly; Frederic Gateretse-Ngoga, Ambassador, Senior Advisor for International Partnerships in the office of the Commissioner for Political Affairs, Peace and Security of the African Union Commission; Mohammed Loulichki, Senior Fellow at the Policy Center for the New South e Claudio Palestini, Head Science for Peace and Security and Programme Management and Coordination Unit at NATO.
Alla stessa conferenza avrebbe dovuto partecipare anche Radmila Šekerinska, componente dell’International Board di Med-or, in passato ministro della Difesa della Macedonia del Nord, ma non potuto prendervi parte poiché è stata nominata, nelle ore precedenti il suo inizio, vicesegretario generale proprio della NATO.
Nelle giornate di mercoledì 20 novembre e giovedì 21 novembre 2024, invece, si sono tenuti quattro Working Groups, in cui sono stati sviluppati in maniera più approfondita alcuni degli aspetti più specifici legati proprio all’impatto sulla sicurezza dei cambiamenti climatici e anche all’attualissimo tema della prevenzione della calamità atmosferiche e del crisis management.
Partendo infatti dal primo Working Group, intitolato “Climate Change, Natural Catastrophic Events and Environmental Crises: Root Causes and Potential Implications for the Security of the Atlantic Alliance, i relatori Erika Coppola, Research Scientist at the Earth System Physics Section of The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP); Olivia Lazard, Research Fellow at Carnegie Europe; Claudio Palestini, Head Science for Peace and Security and Programme Management and Coordination Unit at NATO e Lijun Shang, Professor of Biomedical Sciences and Director of the Biological Security Research Center at the London Metropolitan University hanno dato una prospettiva sulle cause e sulle implicazioni dei cambiamenti climatici a livello scientifico, ambientale, socio-sanitario, politico e anche strategico. Nei working groups successivi invece si è entrati più nel merito degli aspetti più specifici e tecnici legati ai rischi collegati ai cambiamenti climatici, alla prevenzione e gestione delle crisi. Il Working Group 2 “Multi-Hazard Risk Assessment Related To Climate Change and Natural Disasters in the Euro-Mediterranean Region: Planning National and International Risk Reduction Measures”, ha visto la partecipazione di Jawad Al-Bakri, Vice Dean for Scientific Research, Development and Partnership of the School of Agriculture at The University of Jordan; Gry Ballestad, Director of Development and Humanitarian Cooperation at Norwegian People’s Aid; Francesca Bianco, Director of the Volcanoes Department at the Italian National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) e Stéphane Guillot, Scientific Delegate of the French National Center for Scientific Research (CNRS) for risk management and sustainable development.
Nel terzo working Group, intitolato “Environmental Crises and Natural Catastrophic Events: Crisis Management and Crisis Response Systems”, sono invece intervenuti Najib Abou Karaki, Professor of Geophysics (Seismology) at The University of Jordan; Abdullah Al Adaileh, Media & Communication Section Chief, Media Response Unit, at the National Centre for Security and Crisis Management of Jordan; il Generale Nicola Piasente, Head of Planning and Exercises Directorate del COVI; Leonardo Sartori, Programme Coordinator at the Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre (EADRCC) e infine Salvatore Stramondo, Former Director of the National Earthquake Center Department at the Italian National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV).
Infine, durante i lavori del quarto Working group, “The Use Of Satellite and Digital Technologies for Preventing and Countering Natural Hazards, Including Climate Change-Induced Extremes”, hanno portato il loro contributo Ruba Ajjour, Manager of Climate Change Division at the Royal Scientific Society; Philippe Bally, Earth Observation Application Engineer in the Climate Action, Sustainability & Science Department at ESA’s Earth Observation Programme Directorate; Fabrizia Buongiorno, Director of Technology Research at the Italian National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) and Coordinator of INGV Centre for Earth Observation from Space (COS) e Massimo Chiappini, Director of Environment Department at the Italian National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV).
Durante questi Working Groups gli esperti presenti si sono confrontati sui rischi collegati ai cambiamenti climatici e agli eventi naturali nella regione euro-mediterranea, con un focus particolare sulle esperienze di Italia e Giordania, paesi promotori dell’evento, ma con i contributi significativi anche di esperti provenienti da altri paesi, dal Nord Europa ai paesi del Nord Africa e Golfo al Vicino Oriente. Inoltre, sono state esaminate possibili strategie di prevenzione dei rischi originati dagli eventi catastrofici di origine climatica e naturale, anche attraverso l’impiego delle tecnologie digitali e satellitari.
Il tema delle nuove tecnologie e della ricerca scientifica, insieme a quello della cooperazione internazionale e multilaterale tra i paesi delle due sponde del Mediterraneo per affrontare le sfide alla sicurezza e alla stabilità internazionale poste dai cambiamenti climatici, sono state infine al centro del dibattito finale dell’evento, durante la Closing Conference di giovedì pomeriggio, intitolata “Enhancing Environmental Security: International Cooperation, Technological Innovation, and Scientific Research”.
All’evento sono intervenuti Kais Abu Dayyeh, Ambassador of the Hashemite Kingdom of Jordan to Italy; Alessandro Azzoni, Deputy Director General and Principal Director for Security, Directorate-General for Political Affairs and Security at the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation; Carlo Doglioni, President of the Italian National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV); Claudio Palestini, Head Science for Peace and Security and Programme Management and Coordination Unit at NATO; Marco Peronaci, Permanent Representative of Italy to NATO e Olivier-François Schott, Policy Officer for Climate Diplomacy, DG CLIMA, at the European Commission. Al termine del dibattito, i lavori del Workshop sono stati conclusi dall’intervento finale di Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della ricerca italiano.