Gli Emirati Arabi si affacciano sull’Indo-Pacifico
Il rafforzamento dei legami economici degli Emirati Arabi Uniti nell’Indo-Pacifico non è una tendenza nuova, ma, data la crescente rilevanza strategica della regione, essa ha assunto nel tempo una crescente importanza. Ultima, in ordine di tempo, l’iniziativa di cooperazione trilaterale istituita dagli EAU con l’India e con la Francia.
Emirati Arabi Uniti (EAU), India e Francia hanno lanciato, pochi giorni fa, una iniziativa congiunta di cooperazione trilaterale che conferma il ruolo degli EAU quale player internazionale capace di dialogare contemporaneamente con più partners, specialmente, dell’area indo-pacifica. Non è probabilmente una casualità che il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol abbia scelto proprio gli Emirati come prima visita all'estero del 2023. L’occasione è stata sfruttata dai due Paesi per sottolineare la determinazione nell’accrescere la partnership strategica in diversi ambiti, aumentando gli sforzi congiunti in un’ampia gamma di settori reciprocamente vantaggiosi, quali infrastrutture, scienza e tecnologia[1]. Il rafforzamento dei legami economici, soprattutto nel settore non petrolifero, con la Corea del Sud, la Cina e altri attori asiatici, non è una tendenza nuova. Dal punto di vista degli EAU e degli altri membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), il nuovo ordine internazionale risulta meno dipendente dall’Occidente e sempre più interconnesso, con l’Asia che figura sempre di più come nuovo centro del potere economico globale del XXI secolo. Si prevede che entro il 2040 l’Asia rappresenterà oltre il 50% del Prodotto Interno Lordo (PIL) globale. È in questo contesto che gli EAU stanno mirando a rafforzare le proprie interconnessioni con la regione indo-pacifica, consolidando così la propria posizione di hub commerciale, finanziario ed energetico al crocevia tra Asia, Africa ed Europa.
La stessa definizione di Indo-Pacifico rivela importanti implicazioni geopolitiche, soprattutto se si considera che, fino a un decennio fa, era il termine “Asia-Pacifico” ad essere utilizzato. All’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe va il merito di essere stato uno dei primi ad avanzare la visione della regione dell’Oceano Indiano (IOR) e dell’Ocean Pacifico come due spazi geografici interconnessi. In occasione del suo discorso al Parlamento indiano nel 2007 – “Confluenza dei due mari” – iniziò a prendere forma l’idea di unire i partner dell’Indo-Pacifico che condividevano valori comuni. La logica sottostante tale cambiamento terminologico potrebbe essere riassunta in tre punti principali[2]: l’emergere di nuove interazioni e interessi che abbracciano il Pacifico e l’Oceano Indiano; l’ascesa dell’India come nuova potenza asiatica emergente (si prevede che l’India diventi non solo la terza economia mondiale ma anche più popolosa della stessa Cina) con la conseguente rilevanza geostrategica dello IOR, e, in ultimo, la crescente influenza della Cina, al di là dell'Asia-Pacifico, nella regione dell’Oceano Indiano. Aspetto, quest’ultimo, da inscrivere nel quadro della Belt and Road Initiative di Pechino del 2013.
Negli ultimi anni, gli EAU si sono dimostrati capaci di espandere i rapporti diplomatici ed economici con quasi tutti gli attori dell’Indo-Pacifico. Oltre alla Cina, con cui Abu Dhabi ha rafforzato le relazioni bilaterali attraverso un Comprehensive Strategic Partnership (CSP) nel 2018, il Paese del Golfo ha migliorato i legami anche con l’India, l’Indonesia, il Giappone e la Corea del Sud, per citare i più significativi. In linea con gli obiettivi del UAE Centennial 2071, Principles of 50; We the UAE 2031, questo “spostamento” verso l’Indo-Pacifico riflette l’approccio “Economy First” degli Emirati nonché l’ambizione del Paese di integrarsi più profondamente nel mercato globale. Anche se il nesso energetico continuerà a essere un importante motore della politica degli EAU nella regione – data la dipendenza delle grandi e medie potenze asiatiche dal CCG per le forniture energetiche – è la diversificazione nel settore non petrolifero ad essere al centro della strategia economica di Abu Dhabi verso l’Indo-Pacifico.
Per quanto riguarda i legami degli Emirati con Tokyo, il Comprehensive Strategic Partnership Agreement Document del 2022 (l’ultimo passo dell’iniziativa CSP annunciata nel 2018) è dedicato a rafforzare le relazioni tra i due Paesi incoraggiando ulteriori collaborazioni diplomatiche, economiche, politiche, commerciali e di investimento in settori ad alta priorità, tra cui l’agricoltura, il cambiamento climatico, l’istruzione, la tecnologia, nonché la difesa e la sicurezza[3]. Il Paese del Golfo è il principale fornitore di greggio del Giappone, fornendo oltre il 20% del suo fabbisogno. Al di là del settore degli idrocarburi, le iniziative congiunte in corso tra gli Emirati e il Giappone nel settore dell’idrogeno e dell’ammoniaca blu evidenziano l’ambizione dei due Paesi a cooperare sulle nuove tecnologie per ridurre le emissioni di CO2. Anche con la Corea del Sud, di cui gli EAU sono considerati il secondo fornitore di petrolio, la cooperazione bilaterale si sta progressivamente concentrando sull’energia pulita (quali l’idrogeno e l’energia nucleare), e su altri settori avanzati, tra cui la sanità, l’agricoltura, lo spazio, la tecnologia e la difesa.
L’accelerazione degli investimenti nei settori di comune priorità, come l’agricoltura, l’energia e le infrastrutture, è l’obiettivo alla base del Comprehensive Economic Partnership Agreement (CEPA) firmato dagli EAU con l’Indonesia. L’accordo mira ad aumentare il commercio bilaterale non petrolifero a 10 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni[4]. Oggi la più grande e dinamica economia dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico), Giacarta è destinata a svolgere un ruolo di primo piano nella regione indo-pacifica nei prossimi anni. I legami commerciali bilaterali hanno iniziato a svilupparsi prevalentemente dal 2010, con gli EAU che hanno investito miliardi di dollari in una serie di settori strategici indonesiani, come le infrastrutture portuali, le telecomunicazioni e la transizione energetica. Anche fattori culturali – l’Indonesia è un Paese a maggioranza musulmana – hanno contribuito a cementare i legami tra i due Paesi.
Il caso dell'India è un altro esempio emblematico della profonda integrazione degli EAU nell’Indo-Pacifico, nonché della loro capacità di non rimanere intrappolati nella competizione tra le potenze asiatiche sia a livello regionale (le tensioni tra India e Pakistan) che continentale (India vs. Cina). Infatti, la vicinanza degli EAU a Pechino o a Islamabad non ha impedito al Paese del Golfo di consolidare progressivamente i rapporti con l’India, soprattutto all’indomani dell’elezione di Narendra Modi come primo ministro nel 2014. In questo contesto, la creazione di un nuovo gruppo composto da Israele, India, EAU e Stati Uniti nel 2021 – noto anche come “Gruppo I2U2” –, la firma dell’Accordo di Partenariato Economico Globale tra gli EAU e l’India nel 2022, nonché la recente iniziativa di cooperazione trilaterale raggiunta da Abu Dhabi, Nuova Delhi e Parigi su settori di mutuo interesse (tra cui rinnovabili, sostenibilità ambientale, sicurezza sanitaria e difesa) potrebbero considerarsi come gli ultimi step di un impegno diplomatico ed economico iniziato nel 2017 con il lancio del Partenariato Strategico Globale.
Data la sua crescente importanza, la regione dell’Oceano indiano è un’area di snodo per la crescita economica e l’influenza geopolitica degli EAU e dell’India. I due Paesi sono allineati nell’approfondire la cooperazione all’interno di tale regione, che ospita tra le più importanti linee di comunicazione marittime tra l’Africa, l’Asia e l’Europa. Lo sviluppo di un ambiente sempre più interconnesso, attraverso la condivisione di competenze e know-how per agire congiuntamente contro le sfide transnazionali sono stati tra i principali argomenti discussi sia durante l’ultimo vertice virtuale I2U2, che a margine della 77esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022. Inoltre, entrambi i Paesi sono membri dell’Indian Ocean Naval Symposium (IONS) e dell’Indian Ocean Rim Association (IORA). Si tratta di iniziative che mirano, rispettivamente, a incrementare la cooperazione marittima attraverso una discussione approfondita su questioni di rilevanza regionale tra le marine degli Stati litoranei la prima, e a rafforzare la cooperazione regionale e lo sviluppo sostenibile all’interno della regione la seconda. Sulla base di ciò, si evince come il Paese del Golfo risulti “geograficamente posizionato” nell’Indo-Pacifico. A tale riguardo, è degno di nota il fatto che, nella prospettiva degli Stati asiatici, la Penisola Arabica viene indicata come Asia Occidentale piuttosto che come Medio Oriente. Inoltre, come dichiarato dall’ex Primo Ministro indiano Manmohan Singh: “La regione del Golfo è una parte del nostro entroterra economico naturale”[5].
Con l’Indo-Pacifico che, sempre di più, assurge a principale teatro della competizione tra Pechino e Washington da un lato e a epicentro della lotta tra potenze continentali e regionali (India vs. Cina; India vs. Pakistan) dall’altro, gli EAU stanno cercando di gestire la crescente polarizzazione e la retorica conflittuale nella regione mediante una politica estera equilibrata nei confronti dei principali attori asiatici – rifiutando, pertanto, la narrativa della competizione tra grandi potenze avente luogo nei due oceani, e le sue implicazioni da gioco a somma zero. L’hedging strategico degli EAU dovrebbe, pertanto, essere compreso nell’ambito della ricerca di Abu Dhabi di partnership multiple con formula win-win non solo in Asia. Pertanto, se da un lato gli Emirati Arabi Uniti sostengono la BRI cinese nella Penisola Arabica, si sono dimostrati altrettanto capaci di diversificare relazioni strategiche anche con i rivali cinesi nel continente asiatico.
[1] South Korea’s Yoon Suk Yeol meets President Sheikh Mohamed in Abu Dhabi during a state visit, The National, 14 gennaio 2023.
[2] Farahat, M.F., Indo-Pacific as a New Theatre for International Policies and its Impact on the Arabian Gulf Region, Emirates Policy Center, 8 giugno 2020.
[3] Sultan Al Jaber, Japanese Minister of Foreign Affairs sign UAE-Japan comprehensive strategic partnership agreement document, WAM, 28 settembre 2022.
[4] Rahman, F., Khan, S. e Nagraj, A., UAE and Indonesia sign a comprehensive economic partnership agreement, The National News, 1 luglio 2022.
[5] Janardhan, N., “Asian in an Emerging Gulf Collective Security Framework”, in Li-Chen Sim e Jonathan Fulton (a cura di), Asian Perceptions of Gulf Security, pp.157-173, Routledge, 2022.