Il Bangladesh tra Cina e India
Lo stato dei rapporti tra il Bangladesh e i suoi due “grandi vicini” Cina e India, dopo la visita in Cina di Muhammad Yunus e il suo incontro con il Primo Ministro indiano Modi in Thailandia nell’analisi di Beatrice Arborio Mella

Muhammad Yunus, il premio Nobel che, dopo la fuga di Sheikh Hasina dal Bangladesh l’estate scorsa, ha assunto il ruolo di capo del governo provvisorio del paese asiatico, ha partecipato a fine marzo alla Conferenza annuale del Boao Forum for Asia 2025 a Hainan prima di recarsi a Pechino per incontrare Xi Jinping.
La Cina è stata il principale partner commerciale del Bangladesh per 15 anni consecutivi. In Bangladesh operano quasi 1.000 imprese cinesi, che hanno creato più di 550.000 posti di lavoro nel paese. Peraltro, quasi la metà dell'export del Bangladesh è diretto verso l'Unione Europea, grazie al regime commerciale preferenziale in vigore ("Everything But Arms"), che ha consentito l'espansione vigorosa del settore tessile.
Durante la visita di Yunus, la Cina e il Bangladesh hanno firmato un accordo di cooperazione economica e tecnica e otto memorandum d'intesa, oltre ad annunciare accordi di cooperazione in materia di infrastrutture, di investimento e tecnologia. Le due parti hanno inoltre concordato di promuovere progetti nell'ambito della Belt and Road Initiative, hanno firmato l'accordo sulla cooperazione economica e tecnica, hanno siglato documenti sul patrimonio culturale, sullo scambio di notizie e sui media, sullo sport e sul settore sanitario e hanno deciso di portare avanti il partenariato cooperativo strategico globale Cina-Bangladesh. Yunus ha ottenuto un impegno di 2,1 miliardi di dollari in investimenti, prestiti e sovvenzioni da parte del governo cinese e di aziende private, tra cui 400 milioni di dollari per la modernizzazione del porto di Mongla, 350 milioni di dollari per la Zona Economica e Industriale Cinese e 150 milioni di dollari per l'assistenza tecnica.
Le relazioni tra Dhaka e Pechino sembrano essersi rafforzate dopo le dimissioni di Sheikh Hasina da primo ministro del Bangladesh e la sua fuga in India nell'agosto 2024, a seguito di gravi disordini e scontri di piazza. Ciò si è riflesso in una serie di recenti visite e incontri tra le due parti. Una delegazione di quattro membri del Partito Nazionalista del Bangladesh (BNP), il partito della rivale storica di Sheik Hasina, Khaleda Zia, si è recata in Cina su invito del Partito Comunista Cinese nel novembre 2024, mentre il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato il Consigliere per gli Affari Esteri del Bangladesh Touhid Hossain all'inizio di quest'anno. Nel febbraio 2025, una delegazione di 22 membri di otto partiti politici del Bangladesh si è recata in Cina per un viaggio di 13 giorni.
Dal 1975 la Cina ha concesso al Bangladesh prestiti per un totale di 7,5 miliardi di dollari. È il quarto finanziatore del Bangladesh dopo il Giappone, la Banca Mondiale e la Banca Asiatica di Sviluppo. Durante la visita di Yunus in Cina, il Bangladesh ha ribadito la richiesta di ridurre i tassi di interesse per i prestiti cinesi dal 3% all'1-2% e di rinunciare alle commissioni di impegno per i progetti finanziati dalla Cina nel Paese.
Diversa l’evoluzione dei rapporti del Bangladesh con l'India nei mesi successivi alla caduta di Sheikh Hasina, che ha certamente alterato le dinamiche della relazione tra i due paesi. Il governo provvisorio del Bangladesh ha subito mostrato di non gradire l’“interferenza” di Delhi negli affari interni. Questa posizione riflette un cambiamento nell'approccio alla politica estera del Bangladesh, volto a ridefinire le relazioni con l'India al di là dei parametri stabiliti durante il governo di Hasina. Alla base di queste schermaglie diplomatiche ci sono questioni irrisolte di lunga data. L’immigrazione irregolare in India rimane una questione profondamente controversa, con frequenti incidenti e vittime al confine tra Bangladesh e India che creano risentimento tra la popolazione bangladese. Nonostante le ripetute assicurazioni, anche i progressi sull'accordo di condivisione delle acque del Teesta sono stati fin qui lenti, esacerbando ulteriormente i rapporti. Questi problemi strutturali, insieme agli squilibri commerciali, hanno contribuito negli anni ad alimentare il malcontento tra le due parti, emerso con forza dopo la caduta della Hasina - che aveva invece fortemente investito sul partenariato con Delhi.
Dopo la visita del Segretario Generale del Ministero degli Esteri indiano Vikram Misri a Dhaka del dicembre 2024 e l’incontro tra il Ministro degli Esteri indiano Jaishankar e il suo omologo Hossain a margine dell'ottava Conferenza sull'Oceano Indiano in Oman nel febbraio 2025, Modi e Yunus si sono incontrati a Bangkok durante il vertice di cooperazione tecnica ed economica multisettoriale del Golfo del Bengala (BIMSTEC), il 4 aprile 2025. Entrambe le parti hanno sollevato le questioni più controverse: l'India ha reclamato la protezione delle minoranze indu’ in Bangladesh; Dhaka ha chiesto l'estradizione dell'ex premier del Bangladesh Sheikh Hasina. Discussa anche la sicurezza dei confini. Durante l'incontro, durato circa 40 minuti, i due leader hanno comunque mantenuto toni cordiali. Il Bangladesh ospiterà il prossimo vertice BIMSTEC l'anno prossimo e Modi si è congratulato con Yunus per avere assunto la presidenza dell’organizzazione, che l'India considera anche uno strumento di contenimento dell'influenza cinese nel suo vicinato.
L'impegno di Dhaka con Pechino e Delhi sembra seguire traiettorie diverse. Il rapporto con l’India segue una parabola discendente, ostacolato anche dalla residenza di Sheikh Hasina a Nuova Delhi, da dove l’ex capo del governo rilascia dichiarazioni “problematiche”, scontentando il governo provvisorio. Al contrario, il governo provvisorio del Bangladesh non ha per ora gravi problemi politici con la Cina. Di conseguenza, Dhaka sta sviluppando il rapporto con la Cina su diversi fronti, il che contribuisce a compromettere ulteriormente il dialogo con l'India.