In Pakistan si fugge dalla crisi
Il Pakistan vive oggi una preoccupante emorragia della sua popolazione in età di lavoro. Il punto di Guido Bolaffi
Il Pakistan, attanagliato da una crisi di gravità forse pari solo a quella che negli anni ‘70 si chiuse con la perdita delle regioni orientali e la nascita del Bangladesh, vive oggi una preoccupante emorragia della sua popolazione in età di lavoro. Infatti, mentre la politica ufficiale si accapiglia, paralizzata, sul significato dell’arresto (l’ennesimo) dell’ex Premier Imran Khan e sull’amnistia repentinamente concessa al pluricondannato ed esiliato Navaz Sharif, tra le lettere dei lettori di Pakistan Today ne abbiamo scoperta una con data 25 ottobre (Brains and Drains in Pakistan) che diceva: “In last May and June, when political instability and economic disparity of Pakistan were at their greatest, it was very much in the air that a record-breaking 800 thousand Pakistanis had left the country in the first half of 2023, with at least 100 thousand of them being highly skilled professionals, including doctors, nurses, engineers, IT expert and accounts [...] Though immigration from Pakistan to other countries was common practice for several decades, such a high number of immigrants was never reported before”.
La verità è che ad Islamabad molti comuni cittadini, differentemente da quello che mostra di fare la rissosa galassia dei suoi partiti, sembrano assai preoccupati per il massiccio “sciopero con i piedi” messo in atto da molti compatrioti. Tanto è vero che alla redazione del medesimo quotidiano, qualche giorno prima che arrivasse la missiva poc’anzi segnalata, ne era stata recapitata un’altra sullo stesso argomento titolata Increase in overseas Pakistanis, secondo cui “The revelation of increase in the number of Pakistani beggars in foreign countries is a matter of concern and tarnishes Pakistan’s global prestige. Media reports about this are alarming. Every year, one million people are moving to foreign countries [...] Jails in Iraq and Saudi Arabia are full of these Pakistani beggars”.
Se le cose stanno così, come per altro confermano le statistiche pubblicate dal Pakistan’s Bureau of Emigration and Overseas Employment Department, è chiaro che il Pakistan più che da un flusso migratorio in senso classico è interessato da un vero e proprio esodo di massa di consistenti settori della sua popolazione che non credono più nel futuro del proprio paese.
Infatti, pur tenendo conto dell’enorme densità demografica del Pakistan (quinta nazione al mondo per numero di abitanti), a puro titolo indicativo vorremmo segnalare che a fronte del milione di pakistani che ogni anno lasciano la terra natia per l’altrove, gli italiani che lasciarono il suolo patrio per l’America nell’arco dei dodici anni (1898-1910) della nostra più intensa emigrazione transoceanica furono in tutto 2,3 milioni. Ma i problemi, come si sa, non vengono mai soli. Tanto più in una terra tormentata com’è quella della seconda nazione più potente dell’Asia Meridionale.
Infatti, a complicare ulteriormente le cose è stato l’annuncio dato il 2 ottobre scorso dall’agenzia di stato Associated Press of Pakistan secondo cui: “The caretaker government has decided to evict 1,1 million foreigners living illegally in Pakistan because of their involvement in funding and facilitating terrorists and other illegal activities [...] In the first phase, illegal residents, in second phase, those with Afghan citizenship and in third phase, those with proof of residence cards will be expelled”.
Il piano d’azione annunciato dal Ministro degli Interni pakistano Sarfraz Bugti, oltre al prevedibile vespaio di critiche che, come in tutto il mondo accompagnano questi provvedimenti roboanti ma di difficilissima attuazione, ha per giunta avuto la sfortuna di incappare nell’incredibile quanto inattesa vittoria, in un match della Cricket World Cup, della squadra dell’Afghanistan su quella fortissima del Pakistan.
Un evento, raccontava l’inviato di France Press nel pezzo Rare public joy sweeps Kabul after World cup win over Pakistan, “Fireworks and celebratory gunfire racket Kabul’s skies as Afghans celebrated their stunning eight-wicket defeat of Pakistan [...] Afghans’ euphoria was fueled not just by victory but also by geopolitics: many Afghans resent Pakistan for sponsoring the Taliban during nearly 20-year war and Islamabad’s plan to expel Afghan refugees starting Nov.1 has only fueled this bitterness. After Afghan batsman Ibrahim Zadran received the Man of the Match honor following Monday’s match, he dedicated the award to Afghan refugees forced to leave Pakistan”.
Obbligando Sarfraz Bugti ad un melanconico quanto rapido dietro-front rispetto al pugno di ferro nei confronti degli afghani promesso solo pochi giorni prima. Infatti, riferiva Nadir Guramani sul quotidiano Dawn, “He said the government’s message about action against illegal residents was misunderstood and its deportation drive was against all those living illegally in the country, not only Afghans”.