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India e Russia ai ferri corti?

Dopo il vertice di Samarcanda, stanno cambiando le relazioni tra Russia e India? Il punto di vista di Guido Bolaffi

L’altolà di Modi a Putin sull’Ucraina, che lo scorso 16 settembre ha infuocato i lavori della Shanghai Cooperation Conference di Samarcanda, ha rappresentato un evento geopolitico di enorme portata.

Non solo perché la contrarietà dell’India alla sciagurata guerra contro Kiev priva Mosca del sostegno della nazione di maggior peso tra quelle che a febbraio scorso si erano astenute sulla mozione di condanna votata dall’ONU – e sul cui appoggio, invece, il Cremlino era certo di poter contare per vincere il braccio di ferro politico-militare ingaggiato con gli alleati occidentali di Zelensky –, ma soprattutto in ragione del fatto che evidenzia la rottura, chissà se definitiva, della storica, ferrea alleanza politico, economica e militare nata tra Mosca e Delhi fin dagli anni della Guerra Fredda.

Il senso e la portata del dissidio indo-russo sulla questione ucraina sono ben riassunti dall’articolo pubblicato su Le Monde del 23 settembre da Philippe Ricard e Piotr Smolar Les Occidentaux tentent d’infléchir les non alignés à l’ONU: “Washington aimerait que des pays importants, sur tous les continents, suivent l’exemple de Narendra Modi, le premier ministre indien. Le 16 septembre, celui-ci avait publiquement signalé à Vladimir Putin [...] que l’heure n’est pas à la guerre. Une simple remarque qui marquait une prise de distance claire”. Un giudizio condiviso, però, solo in parte da Indrani Bagchi, direttore del centro studi dell’Ananta Aspen Center di New Delhi, secondo il quale le parole di Modi più che una semplice presa di distanza testimoniano una sia pur implicita critica, mai pronunciata in passato, nei confronti del suo alleato di sempre: “Certainly it’s a change in tone. The tone is not overly critical, but the fact that Modi said isn’t a time to be fighting a war is implied criticism”.

Ma c'è dell'altro. Infatti, il dissidio russo-indiano di Samarcanda è stato da molti letto come il segnale della profonda crisi, se non addirittura dell’esaurimento degli storici “fraterni rapporti” tra Mosca e Delhi. Come spiegano gli analisti della Carnegie Foundation di Washington Rajan Menon ed Eugene Rumer, che nel loro recentissimo ed encomiabile Russia and India: A New Chapter scrivono: “The combination of the end of the Cold War, the dynamics in South Asia, and the great-power realignment has resulted in a major shift in relation between Russia and India [...] The rebalancing of Russian-Indian relations cannot be said to have reached a new status quo, and they will likely undergo significant changes in the years to come”. In particolare per due ragioni.

La prima: l’avvicinamento della Russia ai due nemici storici dell’India, quali sono la Cina ed il Pakistan. Infatti, scrivono gli studiosi della Carnegie, “The breakdown in relations with the United States has propelled Russia to seek ever-closer ties with China at the same time as the rivalry between India and China has intensified. Maintaining a parallel partnership with Beijing and New Delhi is likely to prove a difficult challenge for Russian diplomacy [...] In recent years Russia has pursued an improved relationship with Pakistan”. Un riavvicinamento suggellato nell’aprile dello scorso anno dalla visita ad Islamabad – la prima dal 2012 – del Ministro degli Esteri russo Lavrov, nella quale, riportava un articolo di Decca Herald HNS del 7 aprile 2021, “Russia pledges to provide more weapons to Pakistan, despite India conveyed its concerns over Moscow’s growing defence cooperation with Islamabad”.

La seconda: “The erosion of the pillars on which the relationship has rested for decades - arms trade, economic ties, and congruent geopolitical interests [...] Russia, long the preeminent supplier of arms to India’s military, is already facing competition in this market, not least because of India’s commitment to diversifying its sources of supply and other exporters’ hunger for lucrative arms deals [...] Countries such France, Israel and United States enter the Indian arms market and Russia’s arms export to India since the peak of 2013 have declined by more than 50 per cent [...] After the Indian shift from the old emphasis on public-sector-driven economic development to a more market-driven model Russia has little to offer India as a trading partner [...] The one area where their trade has increased significantly since the invasion of Ukraine is oil [...] Major Indian purchases of Russian oil are projected to continue as long as it remains economically attractive. However, this aspect of economic relations only underscores the reversal of fortunes between the two countries [...] Russia no longer has the upper hand in the relationship and has become principally a supplier of raw materials to a country that it once considered its client”.

Un mondo a parte, dunque, rispetto al pur non lontanissimo 1979 quando l’India, all’opposto di Cina, Pakistan e Stati Uniti, appoggiò politicamente e militarmente l’ingresso dei carri armati sovietici nell’Afghanistan dei Mujahidin.

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