Italia hub europeo nell'ascesa del Sud Globale
Riproponiamo l'articolo di Enrico Casini, Direttore dell'U.O Comunicazione della Med-Or Italian Foundation, pubblicato da "Il Mattino" il 27 febbraio 2025

Nei giorni scorsi si è svolta a Johannesburg, in Sud Africa, la prima riunione dei ministri degli Esteri del G20. Per tutto il 2025 il Sud Africa avrà la guida del forum che riunisce le più importanti economie del pianeta. Per il paese africano si tratta ovviamente di un’importante vetrina internazionale, che ne consolida la posizione tra i paesi emergenti a livello internazionale.
La presidenza sudafricana arriva infatti dopo quella brasiliana dello scorso anno, quella indiana nel 2023 e indonesiana nel 2022. Primo paese africano e, soprattutto, quarto paese di fila tra le economie emergenti ad ospitare il vertice, appartenente al cosiddetto “Global South”. Un gruppo di paesi, circa una settantina, tra i quali spiccano alcune delle economie nazionali con i migliori indici di crescita economica, diventati protagonisti assoluti della politica internazionale degli ultimi anni. Basti citare l’Arabia Saudita o l’India.
L’ascesa dei paesi del Sud globale rappresenta uno degli elementi più emblematici della radicalità del cambiamento che il sistema internazionale sta vivendo in questa epoca. In passato con l’espressione “Global South” ci si riferiva ai paesi del “Terzo mondo”, un vasto insieme di paesi ben lontani dalla realtà odierna. Ma da allora il contesto globale è cambiato molto; la globalizzazione ha reso l’economia mondiale più interdipendente e interconnessa e paesi un tempo ai margini dei grandi processi di sviluppo mondiali sono ora entrati pienamente nelle dinamiche economiche globali. Con un peso crescente, di anno in anno.
Tra il 2014-2024 il Global South ha contribuito per il 71,3% della crescita del PIL globale e ne detiene oggi il 54,1% a fronte del 44,8% dei paesi del Nord. Si prevede che nel 2030 tre delle quattro maggiori economie mondiali saranno paesi del Sud. Anche il dato demografico è impressionante: il Sud globale, con una popolazione di circa 6 miliardi di persone, mostra infatti una crescita stimata intorno all’1,2% (contro lo 0,4% del Nord). Forse il paese che più incarna un esempio di questa tendenza è l’India, in piena espansione economica e diventata la prima potenza demografica al mondo, dopo lo storico sorpasso sulla Cina. Non a caso sono proprio queste due potenze a contendersi la leadership di questo eterogeneo gruppo di paesi.
Affermatisi sul piano economico, alcuni paesi emergenti stanno mostrando anche un particolare attivismo politico e diplomatico, promuovendo iniziative orientate alla tutela dei propri interessi sui singoli dossier o sfruttando i consessi internazionali per emergere. I BRICS come il G20. Muovendosi spesso in autonomia rispetto ad alleanze e schieramenti tradizionali e promotori in molte sedi della necessità di ridefinire gli equilibri geopolitici ed economici mondiali.
E in questa ascesa del Sud Globale c’è soprattutto un continente che in futuro potrebbe spiccare il volo: l’Africa. Per quanto oggi resti fortemente caratterizzata da instabilità politica, conflitti, povertà e disuguaglianze, e rappresenti ancora nel 2024 solamente il 2,5% del PIL mondiale, l’Africa ha enormi ricchezze energetiche, minerarie e naturali, ospita il 18% della popolazione del pianeta e presenta un tasso di crescita complessivo che nel 2025 dovrebbe superare la soglia del 4%. Soprattutto, in un tempo in cui la corsa alle risorse minerarie e alle fonti energetiche è al centro della contesa tra potenze, non è un caso che siano proprio queste uno dei principali driver di crescita del continente. Oltre alle importanti riserve di idrocarburi, l’Africa ospita enormi riserve di minerali critici e terre rare, fondamentali per le nuove tecnologie. Ricchezze che sono al centro degli appetiti di tutti i grandi player globali. E alcuni dei suoi paesi più grandi, come appunto il Sud Africa, guidano il continente in questa sua corsa, dove non mancano contraddizioni e rischi, ma che presenta indubbiamente grandi opportunità.
L’ascesa del Global South dimostra come il mondo stia davvero entrando in una fase nuova a cui non possono essere applicati gli schemi politici del passato. In queste dinamiche il Mediterraneo, regione in cui si incontrano Nord e Sud del mondo, crocevia di connessioni tra paesi europei, Africa e Indo-pacifico, potrà ricoprire una sua specifica centralità strategica.
Proprio per questo, data anche la sua posizione geografica e la tradizione di ottimi rapporti con molti dei paesi africani e del Sud Globale, l’Italia si presta ad essere il naturale hub europeo in questa regione. Il modo in cui Italia ed Europa sapranno confrontarsi con il nuovo scenario globale e quindi, in maniera sempre maggiore, con il Global South, sarà decisivo per il nostro futuro. Un’iniziativa come il Piano Mattei può essere strategica per supportare la nostra proiezione verso Africa e Mediterraneo, in un tempo in cui il Sud del Mondo sarà sempre più importante per il Nord. Così come, anche in questa sfida, il Sud del paese potrà essere più importante per tutta l’Italia.
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