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La tappa indiana del Cavour rafforza le relazioni Roma-New Delhi

Dalle esercitazioni all’Operazione Smile, la recente visita del Cavour in India rafforza il sistema-paese Italia, con l’industria della difesa driver delle relazioni con l’India

Le recenti esercitazioni congiunte tra la Marina Militare Italiana, con Nave Cavour come ammiraglia, e la Marina Indiana rappresentano un passo significativo verso il consolidamento delle relazioni tra i due Paesi. Questi esercizi militari, che hanno coinvolto sia unità di superficie che aeree, costituiscono un chiaro segnale di come Italia e India stiano rafforzando la loro cooperazione in settori di interesse condiviso, come la sicurezza marittima. Durante le manovre, gli assetti impiegati hanno incluso i caccia F-35B STOVL e gli Harrier della Marina e i meno performanti MiG-29K indiani, coinvolti in operazioni congiunte di combattimento aereo, ricerca e salvataggio e tiro coordinato con armi di precisione.

L’obiettivo principale di queste esercitazioni era migliorare la sinergia operativa tra le due marine, con particolare attenzione alla lotta alla pirateria, una minaccia sempre presente nella regione indo-mediterranea — quella che segna le interconnessioni tra Mediterraneo allargato e Indo Pacifico. Come ha sottolineato l’ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante della Squadra Navale Italiana, “anche se la pirateria rappresenta ancora una minaccia significativa in altre parti del mondo, come il Golfo di Guinea e lo Stretto di Malacca, nel bacino somalo stiamo assistendo a una recrudescenza a causa del dirottamento del traffico marittimo verso il Capo di Buona Speranza, lontano dal Mar Rosso e dalle minacce degli Houthi. Ciò potrebbe aver contribuito a un rinnovato rischio di pirateria nella zona”.

Nei giorni seguenti alle esercitazioni, la cooperazione tra Italia e India si è ulteriormente concretizzata con l’Italy-India Defence Industry Forum ospitato proprio a bordo del Cavour, durante la sua sosta a Goa. Un evento che ha riunito le principali aziende della difesa di entrambi i Paesi, sottolineando il ruolo di rilievo che la collaborazione industriale, oltre a quella securitaria, gioca nella partnership bilaterale. In particolare, il forum ha enfatizzato come il settore dell’industria della difesa sia un driver della cooperazione italo-indiana. Per altro questo diventa un incrocio di interessi strategico, perché mentre l’Italia guarda a nuove partnership, in questo momento l’India sta cercando di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento militare, riducendo la dipendenza da partner tradizionali come la Russia, e integrando il proprio sviluppo industriale con iniziative come il programma “Make in India”.

Mentre le connessioni politiche e personali tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Narendra Modi sono al massimo livello, l’Italia è ben posizionata anche per supportare altri requisiti tecnici dell’India. Ad esempio, lo sviluppo delle capacità subacquee, dove l’Italia potrebbe sfruttare la sua produzione industriale avanzata e le competenze organizzative, come dimostrato dai suoi importanti centri tecnologici subacquei (“Polo Nazionale della Subacquea”), per incrociare necessità che New Delhi avanza da tempo.

In parallelo, l’impegno italiano ha assunto sempre in questi giorni anche una dimensione umanitaria con l’Operazione Smile, un progetto medico ospitato anche questo a bordo del Cavour, che ha fornito interventi maxillofacciali a bambini indiani affetti da malformazioni fisiche. Questo programma, in collaborazione con la Smile House Foundation, dimostra come la strategia italiana non si limiti alla sfera della sicurezza e commerciale, ma comprenda anche iniziative di carattere sociale e umanitario, rafforzando i legami culturali e interpersonali e dimostrando come attività di Naval Diplomacy come quella del Cavour possano diventare vere e proprie rappresentazioni delle capacità dell’intero sistema-paese.

L’Italia ha ormai consolidato la sua presenza nel bacino Indo-Mediterraneo individuando nell’India una sponda fondamentale. La partecipazione a operazioni navali come la EuNavFor Atalanta e il Combined Task Force 153 nel Golfo di Aden, non che il ruolo come Force Commander della missione Aspides, e la cooperazione con l’Information Fusion Centre indiano, testimoniano la crescente importanza strategica che l’Italia attribuisce a questo quadrante.

L'impegno dell'Italia nella regione è stato ulteriormente rafforzato attraverso la partecipazione a iniziative multilaterali come l’Indo-Pacific Oceans Initiative (IPOI), l’Indian Ocean Naval Symposium (IONS) e l’Indian Ocean Rim Association (IORA), tutti ambiti dove l’India gioca un ruolo centrale. Questi sforzi si allineano con una strategia più ampia di approfondimento della cooperazione con New Delhi.

La recente missione del Nave Cavour, accompagnata dalla Nave Alpino in assetto carrier strike group, è un esempio concreto di questa proiezione strategica, con una chiara volontà di rafforzare le capacità di interoperabilità tra le forze navali italiane e indiane. L’ambasciatore italiano a New Delhi, Antonio Bartoli, ha commentato come questa missione sia una “vetrina dell’eccellenza industriale italiana” e un segnale dell’impegno di Roma nel rafforzare le relazioni bilaterali in ambito difensivo e commerciale.

D’altronde, in un contesto geopolitico caratterizzato dalla crescente influenza di attori come Russia, Cina e Iran, la cooperazione tra Italia e India assume ulteriore importanza. La stabilità del bacino indo-mediterraneo non è minacciata soltanto da fenomeni come la pirateria, ma è infatti oggetto di tensioni e attenzioni geopolitiche, alimentate dalle attività destabilizzanti di gruppi armati filo-iraniani come gli Houthi, che hanno compromesso la sicurezza delle rotte marittime tra il Bab el-Mandeb e il Canale di Suez, senza ricevere opposizione da Russia e Cina; oppure dalle destabilizzazioni metastasizzate nel Corno d’Africa e nell’appena interno Sahel. In questo scenario, la collaborazione tra Roma e New Delhi rappresenta anche una risposta strategica alle sfide comuni poste da forze e attori rivali, con un’ottica che può anche produrre sovrapposizione in progetti come il Piano Mattei o l’Africa Strategy indiana.

La recente creazione del Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) è un ulteriore esempio di come Italia e India stiano rafforzando la loro cooperazione geoeconomica. Tale connettività offre un’alternativa strategica al Canale di Suez e all’iniziativa cinese della Belt and Road, riducendo la dipendenza da rotte commerciali vulnerabili e garantendo una maggiore resilienza delle catene di approvvigionamento globali. L’Italia, attraverso il suo impegno in questo progetto lanciato durante il G20 di New Delhi dello scosso anno, non solo si pone come un partner chiave per l’India, ma rafforza la propria presenza nel bacino.

L’attività conseguente per Roma è configurarsi un interlocutore affidabile nel settore della sicurezza, trovando oltre alla sponda di alleati più classici anche quella indiana. In questo, un fattore di primaria importanza dietro alle esercitazioni congiunte che hanno avuto il Cavour come protagonista è l’aumento delle capacità di interoperabilità tra New Delhi e gli assetti Nato — per altro in un momento in cui l’engagement indiano all’Alleanza Atlantica cresce di interesse.

In definitiva, le recenti esercitazioni congiunte tra le forze navali italiane e indiane, il forum della difesa e le missioni umanitarie come l’Operazione Smile, dimostrano come la relazione tra Italia e India stia raggiungendo nuovi livelli di cooperazione. Questo partenariato strategico, che si sviluppa all’interno del più ampio contesto geopolitico indo-mediterraneo, rappresenta una risposta alle sfide globali contemporanee, dalle minacce alla sicurezza marittima fino alla stabilità economica. Mentre l’Italia cerca l’espansione delle proprie possibilità verso l’Indo Pacifico, emerge chiaramente come per Roma il consolidamento della porta di accesso alla regione possa essere condivisa con l’India.

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