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Najla Bouden Romdhane incaricata di formare il governo in Tunisia

In Tunisia Najla Bouden Romdhane è stata incaricata di formare un governo, la prima donna nella storia del paese

Alla fine di luglio, il Presidente tunisino Kais Saied ha consolidato il potere, dopo mesi di stallo nelle istituzioni governative tunisine. Quando Saied ha licenziato il primo ministro e sospeso il Parlamento, privando i deputati dell’immunità, ha affermato che una situazione straordinaria richiede misure straordinarie. I suoi avversari politici, e in modo particolare i deputati di Ennahda, che avevano la maggioranza in Parlamento, hanno considerato la sua mossa un colpo di stato. Già in agosto, chi lo aveva sostenuto chiedeva la fine delle misure di emergenza e gli Stati Uniti hanno sollecitato il Presidente a nominare un primo ministro e a tornare rapidamente alla democrazia parlamentare. Come conseguenza, il 29 settembre, Saied ha incaricato Najla Bouden Romdhane di formare un governo, il prima possibile.

Romdhane, 63 anni, insegna geologia presso la National School of Engineers di Tunisi. Poco nota al pubblico, era stata incaricata dal Ministero dell’Educazione Superiore e della Ricerca Scientifica di implementare alcuni programmi della Banca Mondiale, ma non è iscritta ad alcun partito e ha poca esperienza in campo politico.

La sua nomina ha suscitato commenti contrastanti. Un ex ministro appartenente a Ennahda, Samir Dilou, ha dichiarato tale nomina “illegittima”, perché eseguita tramite decreto del Presidente, ritenuto incostituzionale. Alcuni analisti politici, inoltre, nutrono dubbi sul fatto che una persona con così poca esperienza sia in grado di gestire i numerosi e complessi problemi che la Tunisia si trova a dover affrontare, mentre i rappresentanti di tutto lo spettro politico fanno presente che la carica sarà legale solo se approvata dal Parlamento. Alcuni commentatori notano che l’incarico può essere una manovra di Saied per riavviare il dialogo con il Fondo Monetario Internazionale per ottenere un prestito di 4 miliardi di dollari. La richiesta era stata presentata lo scorso maggio, ma il dialogo si era interrotto dopo la sospensione del Parlamento.

Anche l’ambiente femminista del mondo arabo ha commentato la nomina. La coordinatrice per il Nord Africa e il Medio Oriente della Lega Internazionale delle Donne per la Pace e per la Libertà, ha affermato duramente in un tweet che non c’è niente da celebrare, perché “quando il ruolo di primo ministro è completamente svuotato di qualunque potere, quando si limita ad essere un viso e l’esecutore delle istruzioni di un uomo, ecco quando una donna può assumerlo!”. L’Associazione tunisina delle Donne Democratiche, invece, attiva dal 1989, ha lodato la scelta del Presidente Saied.

In effetti, Najla Bouden Romdhane è la prima donna, in Tunisia e nel mondo arabo, ad essere stata scelta per un ruolo politico di tale levatura, cosa che viene considerata un segno di avanzamento sociale in un Paese musulmano. In ogni caso, la Tunisia, tra gli stati del Nord Africa e del Medio Oriente, ha una delle legislazioni più progressiste sui diritti della donna.

A tale proposito, tuttavia, è interessante notare che Benazir Bhutto ha ricoperto il ruolo di Primo Ministro del Pakistan per due volte: dal 1988 al 1990 e dal 1993 al 1996.

Seppure in un momento complesso, la decisione del Presidente Saied può anche essere considerata una mossa che rompe con una tradizione di assenza femminile dalla politica, magari un esempio per altri paesi arabi.

Nonostante la difficile situazione che la futura premier dovrà gestire, molti in Tunisia sperano che riuscirà a ravvivare l’immagine del suo Paese, che è riuscito a compiere la transizione democratica dopo le Primavere Arabe.


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