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Sri Lanka e Maldive fanno notizia insieme

Sri Lanka e Maldive sembrano aver deciso di fare notizia in tandem. Infatti, le loro ultime vicende interne, per quanto diversissime l’una dall’altra, si sono dipanate, come è successo già altre volte in passato, quasi in singolare contemporaneità.

Sri Lanka e Maldive sembrano aver deciso di fare notizia in tandem. Infatti, le loro ultime vicende interne, per quanto diversissime l’una dall’altra, si sono dipanate, come è successo già altre volte in passato, quasi in singolare contemporaneità.

Alla fine del mese scorso, per la precisione martedì 28 maggio, mentre il Presidente dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe cercava faticosamente di rimettere in carreggiata la disastrata economia del paese, ed erano ormai in vista le elezioni politiche d’autunno che avrebbero consentito, per la prima volta dopo anni, a milioni di srilankesi di esercitare il diritto di voto, a Colombo tutto è sembrato andare all’aria.

Questo perché Palitha Bandara, Segretario Generale del partito di maggioranza, l’United National Party (UNP), con una mossa a sorpresa - motivata dalla necessità di non interrompere il programma di riforme varato dall’Esecutivo insediatosi alla guida dell’isola dopo la cacciata dello sciagurato ed inetto governo di Gutabaya Rajapaksa - aveva proposto di rinviare le elezioni :“ If not five years, the President’s term must be extended by at least two years. The Parliament ‘s term must also be extended by two years without going for an election on this time”.

Parole imprudenti in un paese nel quale i governi avevano in passato spesso e volentieri usato la scusa dell’emergenza economica per impedire al popolo di esercitare i propri diritti democratici. Provocando, oltre alle dure ma scontate rimostranze dei partiti anti governativi, la rabbia risentita di centinaia di migliaia di srilankesi ancora al lastrico. Per i quali la prospettiva delle urne rappresentava, se non altro, l’opportunità per tentare di dare voce al proprio malcontento.

Sebbene il Segretario dell’UNP abbia caparbiamente insistito sulla legittima utilità della sua proposta, il 4 giugno l’autorevole quotidiano di Colombo The Daily FT, nell'articolo Range Bandara defends proposal to postpone Presidential Election, dichiarava chiusa la questione annunciando che: “ President Ranil Wickremesinghe was forced to assure elections will go ahead as planned despite Range Bandara’s comments”. E a poche ore di distanza la Commissione Elettorale Nazionaleo diramava un comunicato nel quale si confermava che, così come a suo tempo stabilito, le elezioni si sarebbero svolte “between September 17 and October 16 2024”.

Mentre nello Sri Lanka le acque si andavano calmando nelle Maldive, invece, cominciavano ad agitarsi. Il 2 giugno, infatti, nel corso di una conferenza stampa convocata a Male negli uffici del Presidente Mohamed Muizzu, il Ministro degli Interni Alì Ihasaan annunciava che il suo governo aveva stabilito di interdire l’ingresso nell’arcipelago ai turisti con passaporto di Israele.

Un annuncio riportato a titoli cubitali da molti organi di stampa israeliani. Come ad esempio il The Jewsh Cronicle, che il 3 giugno, nel pezzo Maldives bans Israeli tourists because of war in Gaza, al sottotitolo Musilm Maldives and Israel broke off diplomatic relations in 1974, aggiungeva: “Israeli diplomats have recommended a string of idylic Indian beaches to visit after the Maldives’ government prohibited citizens of the Jewish state from entering their country[...] Nearly 11.000 Israelis visited the Maldives last year, making up 0,6 per cent of total number of tourists travelling to the archipelago”.

Per la fiorente industria del turismo delle Maldive fare a meno degli incassi garantiti dei vacanzieri israeliani non rappresenta certamente, vista anche l’esiguità dei numeri, un gran danno. Ma se il venir meno dei turisti con la stella di David si somma al fatto che “Amid deteriorating bilateral relations between New Delhi and Male the number of Indian tourists to Maldives has dropped in the last twelve months by 33 %”, é chiaro che per il governo dell’arcipelago il quadro rischia di farsi più complicato.

Non solo sul piano economico. Visto che la significativa diminuzione dei vacanzieri comporta quello degli introiti, in valuta estera, per il turismo che è la fonte primaria dell’economia dell’arcipelago.

Ma soprattutto su quello geopolitico. Dato che se dopo il calo degli arrivi dall’India anche i cittadini di altri paesi, infastiditi per il rifiuto opposto a quelli con la stella di David, dovessero decidere di cancellare dai loro tour vacanzieri le Maldive queste, per sopravvivere, finirebbero nelle mani delle agenzie turistiche di Pechino.

E’ forse proprio nell’intento di evitare guai peggiori che, apprendiamo dalle pagine dell’ultimo numero di Foreign Policy-Asia South Brief: “Maldives President Mohamed Muizzu with most of India’s South Asian neighbors, unlike Pakistan and Afghanistan, accepted to attend Modi’s swearing-in ceremony”.

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