Un volo diretto tra l’America di Biden e l’India di Modi
Riprendono progressivamente le relazioni tra i due paesi, mettendo da parte le tensioni del passato e favorendo il dialogo. L’analisi di Guido Bolaffi
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A novembre l’American Airlines, dopo uno stop che durava dal 2012, ha ripristinato i collegamenti diretti tra gli Stati Uniti e l’India, con voli giornalieri senza scalo tra l’aeroporto internazionale John F. Kennedy di New York e quello di Delhi. Decisione motivata dal colosso aereo americano (e mondiale) con il forte interesse per un mercato come quello indiano in sicura crescita, e soprattutto, alla ricerca di collegamenti rapidi ed affidabili con gli USA. Tanto è vero che Molly Wilkinson, Vicepresidente dell’azienda, ha annunciato, con inusuale anticipo, che nel 2022 sulla rotta US-India la sua compagnia inaugurerà anche un volo diretto tra Seattle e Bengaluru: “that connects e-commerce giant Amazon’s global and India headquarters”.
L’American Airlines scende in campo forte di una strategia business oriented molto competitiva, basata su una coraggiosa e innovativa gamma di servizi rivolti ad una clientela che chiede altro rispetto a quanto attualmente offrono le linee aeree di collegamento tra India ed America, che, per esempio, non prevedono voli intercontinentali senza sosta. I voli sono più cari, questo è certo, ma evitano il noioso obbligo degli scali intermedi. Sulla significativa importanza di questa intuizione imprenditoriale si sofferma l’articolo di Indian Express Why has American Airlines resumed India ops after a decade?: “Aviation industry executives have pointed out how in the aftermath of the pandemic nonstop routes have seen greater demand than before mainly on account that people are afraid of contacting the virus at the layover airports, in addition to the presence of incoherent travel rules between various countries”.
Però a smuovere il colosso dei trasporti americano non sono state solo le ragioni di mercato, ma anche quelle della politica, visto che nei mesi successivi all’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden le relazioni tra America ed India sono lentamente, ma decisamente migliorate. A partire dalla primavera scorsa, infatti l’amministrazione statunitense ha scelto di mettere da parte le antiche ostilità politico-diplomatiche del passato, prestando soccorso all’India sconvolta da un’ondata pandemica senza precedenti e dando ascolto all’autorevole e potente lobby degli indiani d’America, che per bocca di Pramila Jayapal, parlamentare democratica di origine indiane, si era accoratamente rivolta al Presidente Biden dicendo: “It is both the right and the necessity thing to assist India”.
L’appello aveva convinto la nuova amministrazione di Washington a togliere il blocco all’esportazione di materiali sanitari imposto dall’US Defense Production Act, cosa per cui il Presidente Indiano Modi lo scorso 26 aprile ha voluto dare pubblico ringraziamento “all’amico americano”, con una lunga, cordiale conversazione telefonica. Di lì in poi, sorprendendo molti, le relazioni indo-americane hanno fatto passi in avanti da gigante. Culminando con un incontro alla Casa Bianca, il 24 settembre, insolitamente caloroso per gli standard protocollari made in US, tra Biden e Modi. Seguito subito dopo dal Vertice Quad, che nel giro di pochi mesi ha consentito il dialogo diretto tra i Capi di Stato e di Governo di Usa, India, Australia e Giappone.
Ed è proprio per non mettere a repentaglio questo nuovo, positivo clima nelle relazioni tra i due paesi che gli Usa, di fronte all’acquisto dell’India di un ingente quantitativo militare dalla Russia sembrerebbero orientati, come si dice, a chiudere un occhio, derogando dalle sanzioni previste in casi del genere dal Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act del 2017. Una decisione, secondo il Bangla Daily Observer del 27 ottobre, sponsorizzata da: “American Senators [that] have urged President Joe Biden to waive sanctions against India over its purchase of Russia‘s S-4oo air defence system, saying such a punitive measure would endanger growing cooperation”. I quali non hanno mancato di sottolineare il fatto che: “India has been cutting back on purchases of military equipment from Russia, which for years was its main source, with a 53% drop in Russian arms exports to India from 2016 to 2020 compared with the preceding five-year period [and] India’s defence deals with the United States, on the other hand, have been increasing with sales at $3.4 billion in 2020 financial year”.
Un cambiamento di posizionamento dell’India nella scacchiera geopolitica internazionale analizzato da Indian Express nell’articolo pubblicato il 20 ottobre in prima pagina Is India foreign-policy ship changing course? Secondo cui: “Being in an epochal one that would transform the geopolitics of the region […] Delhi shrugs its shoulders as its old friend Moscow bemoans the Quad and AUKUS as deliberate attempts to undermine the existing mechanisms of interstate interaction, with narrow-format exclusive groups and Cold War – and containment policy-style military blocs – [that] contribute to the destabilization of the situation in Asia”.